Centro regionale per cambio sesso arriva nella regione del Veneto. Il progetto è stato voluto fortemente dal governatore Luca Zaia che ha voluto annunciare direttamente l’apertura nel nuovo centro.
In Veneto apre il centro regionale per cambio sesso
In Veneto è stato aperto il centro regionale per cambio sesso. Ad accogliere il nuovo reparto è stato il policlinico universitario di Padova che ha accettato ben volentieri il progetto, voluto dalla Regione e dal governatore Luca Zaia. Secondo il presidente della regione, la scelta sull’Azienda Ospedale-Università di Padova, è avvenuta perchè “l’accademia ci dà totale tranquillità, perché il progetto sarà validato scientificamente. Una volta autorizzati dopo una lunga trafila, questi interventi chirurgici sono molto complessi, in quanto prevedono professionalità ad altissimo livello. Non è facile averle poiché ci vuole casistica, quindi immagino che ci sarà un’osmosi con professionisti a livello nazionale e internazionale“.
L’annuncio del governatore Zaia
L’annuncio dell’apertura del centro è arrivato dal governatore della Regione, il leghista Luca Zaia, in un’intervista al Gazzettino. “Onestamente la delibera era pronta da mesi, ma ho voluto fortemente che non fosse inficiata da periodi elettorali e da discussioni nazionali. Ho preferito aspettare un momento di pace, perché non ci fosse strumentalizzazione politica, dato che è una bella cosa. Per me è un segno di civiltà, un percorso che faccio assieme a tutti i veneti”, ha detto Zaia.
“Si pensi solo che la legge statale che regolamenta il cambio di sesso all’anagrafe, anche senza intervento chirurgico, è addirittura del 1982. Bisogna uscire, per chi ancora lo avesse, da quel tabù. Ormai il Veneto guarda alla modernità, all’inclusività, al rispetto umano. Occorre capire che non stiamo parlando di cose fantascientifiche o di comportamenti contro la natura. Si tratta fondamentalmente di pochi casi, che in un anno si contano sulle dita di una mano in Veneto, relativi a persone che non si riconoscono nel loro genere. Come si dice, sono nate nel corpo sbagliato“, ha aggiunto. Infine, “Forse qualcuno non ha capito che siamo davanti a un Livello essenziale di assistenza, non a un vezzo”.
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