In Qatar a far discutere moltissimo, oltre ai mondiali di calcio, c’è quella che è stata soprannominata l’influenza del cammello. Vediamo meglio cos’è e quali sono i sintomi.
Influenza del cammello del Qatar: cos’è
L’Health Security Agency britannica ha fatto scattare recentemente l’allarme su possibili nuovi casi di contagio legati all’influenza del cammello; quest’ultimi sarebbero dovuti alla massiccia presenza di tifosi accorsi per i Campionati iridati di calcio. Si tratta, nello specifico, del Mers-CoV ovvero Sindrome Respiratoria Mediorentiale chiamata comunementeInfluenza del cammello. Tale soprannome è legato anche al fatto che l’HSA ha spiegato che la Mers “può essere acquisita da uno stretto contatto con i cammelli” ma anche “dal consumo di prodotti di cammello, per esempio latte di cammello non pastorizzato”.
In Europa il rischio, comunque, è solitamente molto basso, ma la grande quantità di viaggiatori che hanno visitato il Qatar potrebbe costituire un problema.
Sintomi e mortalità
La nota dolente di quella che è comunemente chiamato l’influenza del cammello è l’alta mortalità. Più di un terzo delle persone che lo hanno contratto nel Paese sono decedute. Se al contrario del Covid risulta più difficile contrarlo, l’influenza del cammello ha un tasso di mortalità superiore (circa il 36% rispetto al 4% del Covid).
Secondo un documento diramato dal ministero della salute italiano nel 2019, la Mers presenta una forma respiratoria acuta grave, caratterizzata da febbre, tosse e difficoltà respiratoria. La polmonite, pur essendo un sintomo frequente, non sempre è presente. Molti pazienti hanno anche avuto sintomi gastrointestinali, come ad esempio la diarrea. Le forme più gravi di Mers possono provocare insufficienza respiratoria e il conseguente ricovero terapia intensiva, ma esistono anche forme lievi asintomatiche. Il periodo di incubazione, in genere, è pari a 5-6 giorni ma può variare dai 2 ai 14 giorni.