Un caso mai chiuso quello che lega la Vecchia Signora alla penalizzazione delle plusvalenze. A parlarne anche Federico Bernardeschi, ex calciatore della Juventus e attuale giocatore del Toronto.
Il DNA bianconero non mente e la squadra, come dimostrano i risultati, ha saputo reagire.
Bernardeschi sulla Juventus
Il 29enne, dopo annate difficili, sembra aver trovato nella MLS – con la maglia del Toronto – la sua dimensione. Non si è però dimenticato del mondo Juventus, club che lo ha elevato (almeno il primo anno) a grande giocatore, dandogli poi fiducia nelle stagioni più buie della sua carriera.
Durante un’intervista a Tuttosport ha voluto parlare dei suoi ex compagni e del caso plusvalenze che ha penalizzato la squadra:
“Il Dna Juve è il Dna Juve e questo conta più di ogni altra cosa. Soprattutto quando ci sono delle difficoltà, siamo… sono abituati a reagire e devo fare i complimenti ai miei ex compagni perché non era facile, e non è facile tuttora, fare questo tipo di cose in un momento del genere”.
Quasi si sente uno di loro e, forse, ancora un po’ lo è. D’altro canto, come dice lui stesso, il DNA bianconero non mente.
La penalizzazione, che ha tolto 15 punti alla Juventus, ha prima buttato giù la squadra ma ha poi ottenuto l’effetto contrario. I bianconeri si sono saputi rialzare e, a testa bassa, stanno risalendo la classifica Serie A.
Bernardeschi non ha potuto fare altro che congratularsi ammirando lo spirito della compagine:
“Credo che i ragazzi si siano compattati innanzitutto internamente, si siano parlati, e da lì in poi abbiano cercato di pensare partita dopo partita, senza fare calcoli, cercando di andare in campo pensando solo ai 90 minuti. Prendere tutte le sfide come se fossero dentro o fuori e devo dire che questo aiuta: quando ti concentri su un solo obiettivo, senza ragionare a lungo termine, mentalmente è più facile andare a cercare di vincere tutte le partite. Questo secondo me è il segreto di ciò che è stato fatto all’interno dello spogliatoio”.
Nonostante una separazione non proprio rosea, il calciatore classe ’94 ha dimostrato di apprezzare (e non poco) lo spirito Juventus.