Polemica sulla Commissione Europea: le nuove linee guida sull’inclusione “cancellano” il Natale. Il documento Union of Equality, allo scopo di promuovere un linguaggio inclusivo per i cittadini di ogni religione, suggerisce di non fare riferimenti al Natale ma a generiche “festività”. Scoppia subito la polemica. Giorgia Meloni: “La nostra storia e la nostra identità non si cancellano”.
Le linee guida sull’inclusione della Commissione Europea “cancellano” il Natale
Bufera di polemiche per la Commissione Europea: le nuove linee guida sul linguaggio inclusivo “cancellano” il Natale. A scatenare le proteste di diversi partiti italiani è Union of Equality, un documento interno sulla corretta comunicazione. Il decalogo di nuove regole interne proposte dall’organo dell’Unione Europea promuovono un linguaggio senza riferimenti a “genere, etnia, razza, religione, disabilità e orientamento sessuale”. Secondo il documento: “Le parole e le immagini che usiamo nella nostra comunicazione quotidiana trasmettono un messaggio su chi siamo e chi non siamo”.
Per quanto riguarda la religione, il documento chiede di “non usare nomi propri tipici di una specifica religione” ed esorta ad “evitare di dare per scontato che tutti siano cristiani”. Alla base delle polemiche c’è un preciso esempio: il decalogo suggerisce il generico “Le festività sono stressanti” al posto di un più specifico “Il Natale è stressante”. Sconsigliate inoltre le frasi o nomi “tipici” di una specifica religione, come ad esempio i nomi “Maria” e “Giovanni”.
Tra le altre linee guida si riportano raccomandazioni sul come riferirsi a persone transgender, utilizzando i pronomi preferiti dell’individuo. In generale, il documento suggerisce di utilizzare nomi e pronomi neutrali, come l’inglese “they“. Al posto di “Signore e signori”, Union of Equality raccomanda l’uso di “cari colleghi”. Piuttosto che “gli anziani”, considerato offensivo, è consigliato l’uso di “la popolazione più adulta”. Per riferirsi a una persona affetta da disabilità, piuttosto che dire “è disabile” è suggerito “ha una disabilità”.
La polemica in Italia, Giorgia Meloni: “La nostra identità non si cancella”
Il documento UE sull’inclusività ha creato un mare di polemiche da parte di diversi esponenti della destra italiana. Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, ha attaccato le linee guida su Twitter: “La Commissione Europea, tramite un documento interno, considera il Natale festività poco inclusiva. Nel bersaglio anche i nomi Maria e Giovanni. Il motivo? Potrebbero risultare ‘offensivi’ per i non cristiani. Ora basta: la nostra storia e la nostra identità non si cancellano“.
Anche Matteo Salvini ha reagito con sarcasmo, pubblicando un breve tweet: “Maria, Giuseppe. Viva il Natale. Sperando che in Europa nessuno si offenda”. Il leader della Lega Nord è poi intervenuto sulla questione durante un’assemblea del partito in Campania: “Un documento della Ue, in nome della lotta alla discriminazione, invita a non dire Buon Natale, ma Buone feste. Se non li fermiamo, questi ci portano verso il nulla. Il documento è in inglese e sostiene che è meglio lasciare da parte il nome Mary, e di sostituirlo con Malika. O li fermiamo o questi ci portano verso il nulla. Buon Santo Natale a tutti”.
Antonio Tajani di Forza Italia ha alimentato la polemica: “In un documento della Commissione Ue si invitano i dipendenti a non riferirsi espressamente al periodo natalizio e a non utilizzare solo nomi cristiani come ‘Maria o Giovanni’ perché ritenuti lesivi delle diverse sensibilità religiose. La Commissione intende modificare queste linee guida, nel rispetto delle radici cristiane dell’Unione europea?”.
La risposta della CE: “Siamo neutrali sulle religioni, non vietiamo il Natale”
La Commissione Europea ha deciso di rispondere alle discussioni con una nota ufficiale: “Non vietiamo o scoraggiamo l’uso della parola Natale, è ovvio. Celebrare il Natale e usare nomi e simboli cristiani sono parte della ricca eredità europea. Come Commissione, siamo neutrali sulle questioni delle religioni, abbiamo un costante dialogo con tutte le organizzazioni religiose e non confessionali. Si tratta di un documento interno preparato ad un livello tecnico con l’obiettivo di aumentare la consapevolezza di una comunicazione inclusiva“.
La Commissione ha voluto inoltre ricordare che solo il 44% della popolazione europea è di fede cattolica. Il 10% è di fede ortodossa o protestante, il 26% non professa alcuna religione, il 2% è musulmano e lo 0,6% è buddhista. Vivono in Europa, inoltre, circa un milione di individui che appartengono alla fede ebraica. “Le differenti religioni, gli atei e gli agnostici sono parte di un’Ue integrata.” -spiega la Commissione- “Come altre organizzazioni noi prepariamo linee guida interne in diverse aree. È importante dare spazio alla diversità e alla ricchezza della cultura europea. Questo è l’obiettivo generale“.