La Russia minaccia l’Italia: che cosa rischiamo? Come risposta alle sanzioni per la guerra in Ucraina, Vladimir Putin ha approvato la lista di paesi ostili a Mosca, in cui è inclusa anche l’Italia. Cosa prevede il decreto? Che conseguenze avrà?
La Russia minaccia l’Italia, nella lista dei paesi ostili: ecco cosa rischiamo
Vladimir Putin ha inserito l’Italia nella lista dei paesi e territori ostili alla Russia, insieme a tutti i paesi dell’Unione Europea, . Tra i paesi inclusi nella lista spiccano anche gli Stati Uniti, la Gran Bretagna, il Giappone, la Corea del Sud, l’Australia, la Nuova Zelanda e la Svizzera. La decisione del leader del Cremlino è una risposta alle pesanti sanzioni subite da Mosca per la guerra in Ucraina. Il documento firmato da Putin è stato reso pubblico dall’agenzia di stampa russa Tass.
I rischi per l’Italia: sanzioni, ritiro passaporti, aumento prezzi, crisi energetica
Che cosa rischia l’Italia dopo questa presa di posizione della Russia? Molti temono ritorsioni anche pesanti da parte delle autorità russe. Tra i rischi c’è quello del ritiro dei passaporti e il fermo degli stranieri, come anche multe pesanti e l’arresto per i giornalisti, con l’accusa di diffondere notizie false. La Russia potrebbe inoltre provare a rifarsi sanzionando e nazionalizzando le aziende italiane sul proprio territorio, che hanno già cominciato a lasciare il paese. La decisione di Putin potrebbe influenzare anche il mercato del grano e del mais, i cui prezzi erano già in aumento dopo lo scoppio del conflitto. Sul mercato mondiale, infatti, Russia e Ucraina insieme rappresentano il 29% dell’export di grano e il 19% di quello di mais. L’Italia importa il 64% del proprio fabbisogno di grano e il 53% di quello di mais, per la produzione di panificati e prodotti dolciari e per alimentare il bestiame degli allevatori. Ulteriori aumenti di prezzo potrebbero avere conseguenze serie su entrambi i settori. Inoltre, il vice primo ministro russo Aleksandr Novak ha già annunciato la possibilità di ridurre la fornitura di gas all’Europa. In quel caso l’Italia si ritroverebbe tra le mani una grave crisi energetica: il 43,3% del fabbisogno di gas del paese proviene proprio dalla Russia.