Ambasciata Somala a Roma: giorni di caos e confusione da quando l’ambasciatore in carica è stato cacciato dalla sede e dai suoi uffici. Ci sono delle indagini in corso ma la situazione è delicata.
L’Ambasciata Somala a Roma è stata occupata
Ci sono dei problemi nell’ambasciata somala a Roma nel quartiere romano di Prati. Da circa una ventina di giorni il nuovo diplomatico nominato da Mogadiscio, dopo aver forzato e cambiato le serrature dell’edificio di via dei Gracchi al civico 305, ha occupato l’ambasciata e ha cacciato il suo predecessore.
Nonostante Mohamed Abdirahman Sheik Issa non avesse ancora terminato il suo mandato, Ahmed Adbirahman Nur, il cugino dell’attuale presidente della Somalia Mohamed Abdullahi Farmajo, ha preso possesso dell’Ambasciata Somala.
Cosa succede?
Sono giorni non semplici per l’Ambasciata Somala a Roma. Lo scorso giovedì 7 aprile, in piena notte, Ahmed Adbirahman Nur ha fatto il suo ingresso nel villino risalente ai primi anni del Novecento, con la carica di ‘incaricato d’affari’, in quanto non ancora ambasciatore in modo ufficiale. Una volta dentro ha fatto cambiare le serrature prendendo pieno possesso dell’ambasciata.
Quando la mattina seguente l’ambasciatore in carica ha cercato di entrare con le vecchie chiavi non vi è riuscito ed è rimasto fuori. Per l’uomo, che da quattro anni lavora a Roma, non ormai non c’è più posto. Oltre a occupare l’edificio, il nuovo arrivato avrebbe anche pensato subito di prendersi i documenti top secret custoditi in ambasciata. Ci sono delle indagini in corso ma l’arie che tira non è delle migliore e tutto ciò sta succedendo a Roma, in Italia. Inoltre, l’ambasciatore ancora in carica, sfrattato dalla sede, ha quindi deciso di rivolgersi al commissariato Prati chiedendo la “protezione diplomatica. È in pericolo la mia incolumità personale quale ambasciatore in carica”. L’uomo ha poi spiegato ai presenti che gli è stato fisicamente impedito l’esercizio delle sue funzioni, che sono ancora in corso.