Sono oltre 300 i docenti universitari di tutta Italia che hanno siglato l’appello contro il Green Pass: tra le firme c’è anche quella di Alessandro Barbero. “Reputiamo ingiusta e illegittima la discriminazione introdotta ai danni di una minoranza, in quanto in contrasto con i dettami della Costituzione” – scrivono i professori, ma anche i ricercatori e alcuni membri del personale tecnico e amministrativo delle Università. Tra le altre critiche mosse al Governo c’è la sua mancata e piena assunzione di responsabilità verso una vaccinazione, a detta dei firmatari, ormai obbligatoria, ma surrettizia.
L’appello dei docenti universitari firmato anche da Alessandro Barbero
Sono più di 300, ormai, i docenti universitari ad aver siglato l’appello “No al Green Pass”, tra i quali figura anche l’importante storico Alessandro Barbero. Tra le sigle si contano quelle di professori provenienti da tutte le università italiane e dalle più svariate facoltà: Matematica, Ingegneria, Storia, Filosofia. Ci sono inoltre i nomi di ricercatori, bibliotecari, e membri del personale tecnico e amministrativo.
“Dal primo settembre per frequentare le università italiane, sostenere gli esami e seguire le lezioni si deve essere in possesso del cosiddetto “green pass”. Tale requisito deve essere valido per docenti, personale tecnico, amministrativo e bibliotecario e studenti. Ciò estende, di fatto, l’obbligo di vaccinazione in forma surrettizia per accedere anche ai diritti fondamentali allo studio e al lavoro, senza che vi sia la piena assunzione di responsabilità da parte del decisore politico”.
L’appello dei docenti contro il Green Pass che crea cittadini di serie A e serie B
È questa la prima critica mossa al Governo dai firmatari dell’appello, che chiariscono di non essere contrari alla vaccinazione, ma al fatto che essa venga resa obbligatoria attraverso dei sotterfugi. “Molti tra noi hanno liberamente scelto di sottoporsi alla vaccinazione anti-Covid-19, convinti della sua sicurezza ed efficacia”, chiariscono i docenti. “Tutti noi, però, reputiamo ingiusta e illegittima la discriminazione introdotta ai danni di una minoranza, in quanto in contrasto con i dettami della Costituzione (art. 32: “Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”) e con quanto stabilito dal Regolamento UE 953/2021. Quest’ultimo chiarisce che “è necessario evitare la discriminazione diretta o indiretta di persone che non sono state vaccinate”.
“In sostanza, la “tessera verde” – continuano i firmatari – suddivide la società italiana in cittadini di serie A, che continuano a godere dei propri diritti, e cittadini di serie B. Questi ultimi vedono invece compressi quei diritti fondamentali garantiti loro dalla Costituzione. Quella del “green pass” è una misura straordinaria, peraltro dai contorni applicativi tutt’altro che chiari. Come tale, comporta rischi evidenti, soprattutto se dovesse essere prorogata oltre il 31 dicembre, facendo affiorare alla mente altri precedenti storici che mai avremmo voluto ripercorrere”.
Cosa ne pensa Alessandro Barbero del Green pass nelle università
Alessandro Barbero, che è docente di Storia Medievale e divulgatore, in un dibattito indetto dalla Cgil, ha definito “ipocrita” la misura. “Un conto è dire: ‘Signori, abbiamo deciso che il vaccino è obbligatorio perché è necessario’. Non avrei nulla da dire su questo – ha dichiarato – Un altro conto è dire che il vaccino serve davvero, ma si inducono le persone a farlo coi sotterfugi”.
I docenti universitari firmatari dell’appello