Caro prezzi latte, si rischia di arrivare ai due euro al litro. Questo l’allarme dei gruppi Granarolo e Lactatis, che temono le conseguenze del caro energia e dell’inflazione galoppante sul mercato agroalimentare italiano: “Servono interventi pubblici”.
Latte a due euro al litro, Granarolo e Lactatis lanciano l’allarme per il caro prezzi
Le conseguenze del caro energia cominciano a pressare anche gli alimenti più basilari della dieta italiana. Dai mais e mangimi, che han visto un aumento dei prezzi del 41%, ai detergenti per i macchinari, in rialzo al 23%, i costi di produzione per la filiera del latte sono sempre più alti. A causa di questi continui rincari, il prezzo del latte potrebbe arrivare ai due euro al litro. Un rischio da cui mettono in guardia due alleati insoliti, i gruppi Granarolo e Lactatis.
Le due società, di norma rivali nel settore agroalimentare, hanno deciso di “superare i consueti antagonismi di mercato” e lanciare un allarme insieme: “Nonostante entrambe le aziende abbiano assorbito autonomamente un’inflazione che oscilla tra il 25% e il 30%, dalla primavera il prezzo del latte per il consumatore è cresciuto raggiungendo gli 1,75/1,80 Euro/litro (dato Nielsen). E potrebbe aumentare ulteriormente entro dicembre 2022. È impensabile che un alimento primario e fondamentale nella dieta italiana possa subire una penalizzazione così forte da comprimerne la disponibilità di consumo”.
L’appello dei gruppi Granarolo e Lactatis: “Servono risposte immediate dalla politica”
“La situazione attuale non consente ritardi nelle risposte della politica.” -affermano le aziende nel comunicato- “Poniamo all’attenzione del governo la forte preoccupazione per un’inflazione galoppante che da 12 mesi colpisce l’agroalimentare italiano e in particolare il settore lattiero caseario. Occorre un intervento pubblico che scongiuri conseguenze ancora più disastrose per le migliaia di imprese che compongono la filiera”.
Il principale nemico è però l’aumento dei costi dell’energia: “La preoccupazione maggiore è rappresentata dall’incremento dei costi energetici. Nelle ultime settimane sono aumentati a tal punto da rendere difficile trasferirli sul mercato, in un momento economicamente complesso per le famiglie italiane”.
Parla Giovanni Pomella di Lactalis: “Le imprese sono allo stremo”
L’ad di Lactalis in Italia, Giovanni Pomella, ha rincarato la dose: “L’aumento del costo energetico sulla nostra organizzazione ha generato un impatto devastante, che sarebbe stato anche maggiore se non fossimo intervenuti con delle coperture ad hoc. Parliamo di un +220% di spesa registrato nel 2022 rispetto al 2021, e una stima di un +90% nel 2023 rispetto al 2022″.
L’amministratore delegato ha ribadito l’appello ad un intervento pubblico a tutela delle aziende e dei consumatori: “Le imprese sono allo stremo, hanno già fatto ben oltre le loro possibilità ed è arrivato il tempo della responsabilità pubblica. In questo drammatico frangente, come imprenditori abbiamo messo da parte le rivalità di mercato ed abbiamo unito il nostro appello al mondo politico per ribadire la necessità di intervenire responsabilmente a tutela dell’intera filiera e del consumatore“.