Libague arriva su RaiPlay. I primi episodi della docu-serie Ligabue-È andata così sono disponibili in esclusiva su RaiPlay. Un documentario narrato da Stefano Accorsi che ripercorre le tappe della carriera di Luciano Ligabue. “Ne ho fatte di cose in 30 anni di carriera: canzoni, film, racconti, romanzi, poesie. Sono sempre andato a testa bassa, senza fermarmi mai”.
Ligabue arriva su RaiPlay, la serie sulla vita del rocker emiliano
I primi tre capitoli di Ligabue-È andata così sono arrivati stanotte, in esclusiva su RaiPlay. Un biopic in omaggio alla vita di Luciano Ligabue, che racconta i 30 anni di carriera del rocker di Correggio, dal suo primo disco, al successo, alle crisi passando per il cinema. La docu-serie diretta da Duccio Forzano è composta da sette capitoli, ognuno diviso in tre parti da quindici minuti l’una. In ogni capitolo il Liga, tra ricordi e aneddoti, descrive una parte diversa della sua carriera, accompagnato da Stefano Accorsi, complice e voce narrante, già con lui nel film Radiofreccia. Ad Accorsi è dato anche il compito di raccogliere le testimonianze di amici e colleghi, tra cui Francesco De Gregori, Elisa, Gerry Scotti e Linus. La serie è stata prodotta da Friends & Partners e Zoo Aperto.
“Siamo onorati di dare il benvenuto a Ligabue su RaiPlay.” – commenta il direttore di RaiPlay e Digital Elena Capparelli tramite l’account Twitter dell’Ufficio Stampa Rai – “Regaliamo al pubblico Rai una storia che emoziona; con delicatezza ed eleganza si raccontano 30 anni di musica di un grande artista, che si intrecciano con la storia di tutti noi”.
Parla Ligabue: “Un racconto di 30 anni di carriera”
In un intervista a Rai News 24, Luciano Ligabue rivela alcuni dettagli sulla serie: “Una storia di 30 anni raccontata in vari aspetti, comprese le crisi. C’è una puntata specifica sulle tre crisi professionali che ho avuto e anche una parte in cui mettiamo più a fuoco il racconto più intimo che ho fatto attraverso le canzoni”.
L’artista ha parlato anche del suo rapporto con Stefano Accorsi e di come la sua presenza sia stata fondamentale per la riuscita del progetto: “C’è grande complicità con stefano, ci siamo fatti un sacco di risate abbiamo sbagliato un paio di ciak perché proprio non riuscivamo a stare seri. Con lui era più facile poter raccontare gli aspetti più intimi. Non era l’intervista di un giornalista e non ero io che mi mettevo di fronte a una telecamera a raccontare la cosiddetta “rava e fava” ma era invece come se mi stessi raccontando a un amico curioso di sapere qualcosa in più di me”.