Sono arrivate 2.500 lettere di sollecito in Ats Milano, in Lombardia, indirizzate ai medici e agli infermieri no vax: pronte le sospensioni. Per loro infatti è il secondo e ultimo richiamo: se continueranno a rifiutare il siero saranno presi provvedimenti. Intanto dal capoluogo Lombardo le missive spedite in totale sono 9.861, per rintracciare e spronare gli operatori sanitari non ancora immunizzati. Il ricorso al Tar promosso da alcuni professionisti non blocca le procedure, e anzi la campagna di vaccinazione potrebbe subire un’accelerata, con conseguente pioggia di sospensioni per chi ancora non si sarà sottoposto alla profilassi.
Sospensioni in arrivo per i medici no vax in Lombardia
È ufficiale, in Lombardia per i medici no vax potrebbero scattare le sospensioni. I destinatari delle quasi 10.000 lettere sono gli operatori sanitari che tentano di sfuggire all’obbligo di iniezione anti-Covid. Medici chirurghi, odontoiatri, farmacisti, ostetriche, veterinari e psicologi che ancora non hanno ricevuto il primo siero, né lo hanno prenotato. All’appello hanno già risposto in circa un migliaio con prova di avvenuta vaccinazione, di prenotazione o domandando una proroga. Dal restante numero di non vaccinati ce ne sono 2.500, però, che sono al secondo appello. Se non risponderanno in tempi brevi e non provvederanno ad aderire alla campagna, partiranno i provvedimenti.
Tra i provvedimenti per i no vax, sospensioni e demansionamenti
Le sospensioni sono pronte per i dipendenti no vax delle aziende, che verranno contattate dall’Ats, con relativa notifica ai vari Ordini professionali. Nemmeno i liberi professionisti potranno continuare a lavorare senza avvenuta vaccinazione, mentre per chi è assunto in una struttura sanitaria è previsto il demansionamento. L’operatore non immunizzato potrebbe così svolgere un lavoro che non implichi il contatto con i pazienti, ammesso che tali incarichi siano disponibili.
“La nostra sarà solo una presa d’atto – ha detto Gianluigi Spata, presidente della Federazione degli ordini dei medici lombardi, come riportato dal Corriere della Sera – È chiaro che in una pandemia la vaccinazione è necessaria per lavorare con il pubblico“. Gli ospedali apprendono la notizia non senza preoccupazione, perché potrebbero vedersi privati in estate di una forza lavoro che, seppur piccola, è sempre necessaria.