Lucio Battisti è sempre stato al centro di discussioni per via delle sue idee politiche e i testi delle sue canzoni che qualcuna metteva il cantante vicino alla destra e qualcun altra verso più la sinistra. Mogol ha risposto così alle voci durate anni anche dopo la morte del cantante.
Lucio Battisti era fascista o comunista?
Lucio Battisti per anni è stato al centro di discussioni e polemiche perché molti suoi testi erano interpretati in chiave politica sia di destra sia di sinistra. Addirittura, qualcuno riferì che Battisti finanziasse Il Fronte della Gioventù, l’organizzazione giovanile del Movimento Sociale Italiano. Fui io a trovare la nota confidenziale dei servizi segreti che attribuiva a Lucio Battisti un ruolo di finanziatore dell’estrema destra“, ha raccontato Aldo Giannuli, storico e consulente di vari magistrati in materia di intelligence a Rockol.it.
La risposta di Mogol
“Non ho mai sentito Lucio parlare di politica: semplicemente non scrivevamo canzoni per il comunismo. Però i dischi di Lucio vennero trovati nel covo delle Br: è un fatto storico”, ha rivelato Mogol in un’intervista al Corriere della Sera. Poi, riguardo a un passaggio di “Una giornata uggiosa”, quando si parla di “ideologie alla moda”, Mogol ha spiegato: “Era una risposta al clima di allora. Uno come me rischiava… si sparava. Si arrivò a fare un processo pubblico a De Gregori, uno da pugno alzato, perché guadagnava facendo il cantante. Per evitare gli insulti consigliai a Lucio di non fare più concerti”.
Ci sono alcune canzoni che per molti erano politiche come Il mio canto libero e La collina dei ciliegi: “Quelle braccia non erano un simbolo politico. Lo hanno detto anche per quelle della copertina di “Il mio canto libero”. Ma sono braccia con i palmi aperti come per un’invocazione al signore. Volevano darmi del fascista perché non facevo canzoni impegnate”.
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