Al 50° Congresso Nazionale della Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitativa, in programma a Catania fino a mercoledì 26 ottobre, ab medica rinnova il suo impegno nel costruire una sanità più efficiente attraverso il disegno di nuovi percorsi clinici orientati ai reali bisogni di cura.
Oggi sono circa 24 milioni gli italiani affetti da una patologia cronica
Oggi sono circa 24 milioni gli italiani affetti da una patologia cronica e si stima che entro il 2028 il numero salirà a 25 milioni: uno scenario in cui la teleriabilitazione inciderà sempre di più sulla trasformazione della pratica clinica con un potenziamento delle possibilità di cura. È in questo panorama che si inserisce Maia Rehab, la nuova app presentata in anteprima al Congresso SIMFER che completa il modulo di teleriabilitazione della piattaforma di telemedicina di ab medica, Maia connected care. Il modulo, in grado di erogare prestazioni in modalità sincrona e asincrona, consente al medico di prescrivere il trattamento riabilitativo e al terapista di pianificare le singole sessioni domiciliari.
In questo percorso di teleriabilitazione domiciliare si integra l’app Maia Rehab
In questo percorso di teleriabilitazione domiciliare si integra l’app Maia Rehab andando a supportare, oltre agli operatori sanitari, anche il pazient. Maia Rehab è un’avanzata app per smartphone, disponibile dal prossimo 30 ottobre su Apple Store e Google Play: il paziente, grazie all’utilizzo dell’app e a particolari sensori integrati in grado di monitorare alcuni importanti parametri vitali, avrà sempre accesso al proprio piano di riabilitazione avendo sotto controllo le azioni da compiere nel corso della giornata. Gli operatori sanitari coinvolti nel processo avranno la possibilità di controllare e di intervenire prontamente in caso di adeguamento del piano rispetto ai feedback restituiti alla piattaforma da parte dell’app.
Barbara Meda: “Nello sviluppo dell’app abbiamo posto particolare attenzione all’engagement e alla motivazione del paziente”
“Nello sviluppo dell’app – afferma Barbara Meda, marketing manager ab medica – abbiamo posto particolare attenzione all’engagement e alla motivazione del paziente all’interno del progetto riabilitativo, rinnovando così l’impegno di ab medica nel garantire un’esperienza di cura più responsabile ed inclusiva.”
Maia Rehab si colloca all’interno dell’ampia offerta di servizi della piattaforma di telemedicina Maia Connected Care:dispositivo medico di classe IIa, sviluppato da ab medica, per la presa in carico e la gestione del percorso clinico del paziente. I moduli presenti all’interno della piattaforma sono in grado di adattarsi alle necessità e ai processi già attivi attorno al paziente e di interfacciarsi con i diversi dispositivi medici che forniscono le misurazioni dei parametri monitorati, con soglie di attenzione stabilite dallo staff medico. I dati vengono ricevuti da un centro servizi, attivo h24, che li monitora gestendo eventuali allarmi direttamente o tramite escalation ai medici competenti. Tra i servizi, la piattaforma consente la televisita e il teleconsulto, ma anche il monitoraggio fisiologico, spot o continuo, la gestione delle terapie farmacologiche e riabilitative, la refertazione di ECG, il monitoraggio di pazienti cronici.
Cosimo Puttilli: “Tra i dispositivi di monitoraggio connessi a Maia, abbiamo previsto di integrare l’elettroencefalografo wireless Helmate”
“Tra i dispositivi di monitoraggio connessi a Maia, a supporto del percorso di riabilitazione motoria e cognitiva – afferma Cosimo Puttilli research & innovation manager ab medica – abbiamo previsto di integrare l’elettroencefalografo wireless Helmate, sviluppato sempre da ab medica con l’obiettivo di garantire realmente una cura predittiva, preventiva, partecipativa e sempre più personalizzata.
Inoltre – continua Puttilli – grazie ad un monitoraggio semplice e continuo, il caschetto Helmate permette di personalizzare la cura del paziente consentendo un miglioramento sensibile della qualità del trattamento e del tempo di recupero nei centri di riabilitazione e successivamente anche a casa del paziente”.