Marcello De Angelis è finito al centro di polemiche politiche dopo le sue dichiarazioni sulla strage di Bologna del 1980. Per il responsabile della comunicazione della Regione Lazio sono state chieste le dimissioni.
Marcello De Angelis, chi è
Marcello De Angelis è il responsabile della comunicazione istituzionale della Regione Lazio Francesco Rocca. Ha un passato politico sia dagli anni del liceo. Prima nel Fronte della Gioventù e poi n Lotta Studentesca insieme al fratello Nazareno (detto Nanni). De Angelis è nato a Roma nel 1960: il padre era uno scenografo della Rai e il nonno era il cantante operistico. Dopo la strage di Bologna del 1980, si trasferisce a Londra e viene arrestato con la condanna a 5 anni e 6 mesi di reclusione per associazione sovversiva e banda armata.
Dopo il suo ritorno in Italia, riprende la vita politica ed inizia la carriera da giornalista con diverse esperienze: La spina nel fianco’, ‘L’Italia settimanale’, Area. Dal 2011 al 2014 dirige il ‘Secolo d’Italia’. Poi, dal 2023 è stato chiamato da Francesco Rocca come responsabile della comunicazione istituzionale della Regione Lazio. Carriera anche da parlamentare: nel 2006 è eletto senatore nelle liste di Alleanza Nazionale in Abruzzo e nella XV legislatura diventa membro della Commissione agricoltura e del Comitato di vigilanza sugli accordi di Schengen, nonché segretario della Commissione d’inchiesta sull’uranio impoverito. Due anni dopo viene eletto alla camera con il Popolo della Libertà, sempre in Abruzzo, ed entra in Commissione Bilancio, Commissione Difesa e Commissione di vigilanza Rai.
Il post incriminante di De Angelis
“So per certo che con la strage di Bologna non c’entrano nulla. Non è un’opinione: io lo so con assoluta certezza. E in realtà lo sanno tutti: giornalisti, magistrati e ‘cariche istituzionali”, ha scritto qualche giorno fa De Angelis. Dopo le polemiche, l’addetto alla comunicazione della Regione Lazio si difende: “Come ogni libero cittadino di questa Nazione, ho esercitato il diritto di esprimere la mia opinione su un evento solstiziale della nostra storia, fondata su decenni di inchiesta svolta come giornalista e parlamentare”.
Perché sono state chieste le sue dimissioni dalla Regione Lazio?
A chiedere le dimissioni di De Angelis è soprattutto l’opposizione con la segretaria Elly Schlein. “Lo abbiamo detto in piazza di fronte alla stazione solo qualche giorno fa, il 2 agosto, in occasione dell’anniversario della strage di Bologna: non accettiamo ulteriori depistaggi e tentativi di riscrivere la storia, negando le evidenze processuali per cui l’associazione dei familiari delle vittime si è tanto battuta e la Procura di Bologna e le forze dell’ordine hanno lavorato in questi anni – commenta la segretaria dem – Tantomeno se questi tentativi ignobili arrivano dal portavoce del Presidente della Regione Lazio: servono dimissioni immediate. Se non riescono a farlo i vertici della Regione Lazio sia la presidente del Consiglio Giorgia Meloni a prendere provvedimenti immediati. È grave che Meloni il giorno della commemorazione non sia riuscita a dire che quella di Bologna sia stata una strage neofascista, sarebbe gravissimo se continuasse a permettere ai suoi sodali di stravolgere la verità processuale. Ponga fine, una volta per tutte, a questa scellerata aggressione alla storia del ‘900”.
Le evidenze processuali, per la segretaria dem, “dimostrano che è stata una strage di matrice fascista commessa da organizzazioni neofasciste, con un disegno eversivo, facilitato da apparati deviati dello Stato. E se qualcuno fatica a riconoscerlo non è adatto a ricoprire incarichi istituzionali di nessun tipo”.
Tuttaia, il presidente della Regione, Francesco Rocca, difende il suo collaboratore: “Marcello De Angelis ha parlato a titolo personale, mosso da una storia familiare che lo ha segnato profondamente e nella quale ha perso affetti importanti”. E allontana l’ipotesi dimissioni: “È responsabile della Comunicazione Istituzionale della Regione: un ruolo tecnico per il quale è stato scelto vista la sua pluriennale esperienza professionale e che non ha nulla a che fare con l’indirizzo politico dell’Istituzione che mi onoro di rappresentare. Essendo il dialogo il faro del mio operato, valuterò con attenzione nei prossimi giorni il da farsi, solo dopo aver incontrato Marcello De Angelis”.