Il giornalista Marco Damilano (CHI E’) lascia la direzione del settimanale l’Espresso. Il motivo? La vendita del settimanale da parte di Gedi comunicata “tramite i social network“. A rivelarlo è stato lui stesso tramite un’ultima lettera indirizzata ai lettori.
Marco Damilano lascia l’Espresso
Con un’ultima lettera indirizzata ai lettori del settimanale, Marco Damilano ha comunicato la sua decisione irrevocabile di lasciare la direzione dell’Espresso. “Questa mattina (il 4 marzo, ndr) ho scritto una mail all’ingegnere John Elkann, presidente del gruppo Gedi, per comunicare la mia decisione di lasciare la direzione dell’Espresso, dopo quattro anni e mezzo – ha infatti scritto -. Sento in questo momento di dover dare qualche spiegazione ai lettori, che per un giornalista sono i veri padroni. Per un debito di gratitudine nei vostri confronti, per senso di responsabilità, per un dovere di verità. Lascio la direzione del settimanale dopo quasi quattro anni e mezzo di direzione e esattamente dopo ventidue anni di servizio prestato nella testata più importante del giornalismo italiano, un mito per chi fa il nostro mestiere”.
Le motivazioni delle dimissioni
Sempre dell’interno della lettera destinata ai lettori, Damilano ha spiegato la motivazione che lo ha spinto a questo gesto. “Ho appreso della decisione di vendere L’Espresso da un tweet di un giornalista, due giorni fa, mercoledì pomeriggio – ha rimarcato – e ho chiesto immediati chiarimenti all’amministratore delegato Maurizio Scanavino, come ho sempre fatto in questi mesi”. “Non mi sono mai nascosto le difficoltà – ha proseguito – e ho più volte offerto la mia disponibilità in prima persona a trovare una soluzione per L’Espresso, anche esterna al gruppo Gedi, che offrisse la garanzia che questo patrimonio non fosse disperso. Ma le trattative sono proseguite senza condivisione di un percorso, fino ad arrivare a oggi, alla violazione del più elementare obbligo di lealtà e di fiducia. La cessione dell’Espresso, in questo modo e in questo momento, rappresenta un grave indebolimento del primo gruppo editoriale italiano. È una decisione che recide la radice da cui è cresciuto l’intero albero e che mette a rischio la tenuta dell’intero gruppo. È una pagina di storia del giornalismo italiano che viene voltata senza misurarne le conseguenze”.
Damilano ha poi sottolineato di aver rifiutato la proposta di rimanere. “Non c’è nulla di personale in questo mio saluto – ha fatto sapere -. Mi è stata offerta la possibilità di restare, ringrazio, ma non posso accettare per elementari ragioni di dignità personale e professionale. Non è una questione privata, spero che tutto questo serva almeno a garantire all’Espresso un futuro e ad aprire un dibattito serio sul ruolo dell’informazione nel nostro Paese”.