Alla luce di ciò che è accaduto in Medioriente, Papa Francesco ha voluto diffondere un messaggio di pace, con la speranza che si possa trovare un punto d’incontro che porti israeliani e arabi a riflettere su quanto sta succedendo.
Il Pontefice spinge dunque al dialogo, così da far cessare i molti attentati avvenuti nelle ultime ore.
Papa Francesco e la situazione in Medioriente
Da una parte la guerra tra Ucraina e Russia che sembra non voler finire, dall’altra lo scontro tra arabi e israeliani che, nelle ultime ore, ha portato a dolorosi attentati. Il mondo si ritrova così a vivere condizioni differenti e a parlare di ciò che sta accadendo è stato Papa Francesco, soffermandosi sulla situazione in Medioriente.
Dalla piazza di San Pietro, il Pontefice si è voluto interrogare su chi siano i “poveri di spirito”, cominciando così il suo discorso:
“Sono coloro che sanno di non bastare a se stessi, di non essere autosufficienti, e vivono come ‘mendicanti di Dio’: si sentono bisognosi di Dio e riconoscono che il bene viene da Lui, come dono, come grazia. Chi è povero in spirito fa tesoro di quello che riceve; perciò desidera che nessun dono vada sprecato. Oggi vorrei soffermarmi su questo aspetto tipico dei poveri in spirito: non sprecare. Non sprecare ci permette di apprezzare il valore di noi stessi, delle persone e delle cose. Purtroppo, però, è un principio spesso disatteso, soprattutto nelle società più agiate, in cui domina la cultura dello spreco e dello scarto. Ambedue sono peste”.
Dopo il monologo iniziale, Papa Francesco ha voluto proporre tre sfide, facendo riflettere i tanti fedeli:
“Vorrei proporvi allora tre sfide contro la mentalità dello spreco. Prima sfida: non sprecare il dono che siamo. Ognuno di noi è un bene, indipendentemente dalle doti che ha. Gesù ci ricorda che siamo beati non per quello che abbiamo, ma per quello che siamo. La vera povertà, allora, è quando una persona si lascia andare e si butta via, sprecando se stessa. Lottiamo, con l’aiuto di Dio, contro la tentazione di ritenerci inadeguati, sbagliati, e di piangerci addosso. Le altre due sfide: non sprecare i doni che abbiamo e non scartare le persone. Risulta che nel mondo ogni anno vada sprecato circa un terzo della produzione alimentare totale. E questo mentre tanti muoiono di fame”.
La richiesta per israealiani e palestinesi
Ha in seguito concluso il suo discorso, lanciando un appello a palestinesi e israeliani, dopo ciò che è accaduto nelle ultime ore:
“Faccio appello ai due governi e alla comunità internazionale affinché si trovino subito e senza indugio altre strade che comprendano il dialogo e la ricerca sincera della pace. Con grande dolore apprendo le notizie che giungono dalla Terra Santa, in particolare della morte di 10 palestinesi, tra cui una donna, uccisi durante azioni militari israeliane anti-terrorismo in Palestina, e di quanto accaduto vicino a Gerusalemme venerdì sera, quando sette ebrei israeliani sono stati uccisi da un palestinese e tre sono stati feriti all’uscita della Sinagoga. La spirale di morte che aumenta di giorno in giorno non fa altro che chiuderei pochi spiragli di fiducia che ci sono tra i due popoli”.
Papa Francesco confida nel buon senso e nella coscienza dei paesi presi in considerazione. L’auspicio è che possano trovare un “compromesso” senza causare altri danni e far aumentare il numero delle vittime.