Michela Murgia ha avuto un passato non fatto di rose e fiori. Nonostante un’educazione cattolica, il padre era un uomo violento e così la scrittrice ad appena 18 anni ha deciso di lasciare la propria casa e non tornarci più.
Michela Murgia, chi erano i genitori
Michela Murgia ha avuto un passato, soprattutto quello adolescenziale, non semplice dal punto di vista personale. Ha raccontato in un’intervista a Vanity Fair della sua famiglia d’origine, dei genitori e del fratello minore. “Ero una bambina molto responsabilizzata. Ero la maggiore e i miei genitori lavoravano entrambi. Mio fratello minore è nato con delle fragilità: ha passato più tempo in ospedale che fuori, come ti giravi si era rotto un osso o ficcato un chiodo nella lingua. A nove anni avevo le chiavi di casa. Siamo cresciuti come delle bestioline felici”, ha spiegato.
Il padre violento e l’abbondono della casa a 18 anni
Il padre della Murgia è stato un uomo violento come la stessa scrittrice ha raccontato. “Mio padre, ovvero la persona che avrebbe dovuto prendersi cura di me, ha tradito il suo mandato. Sono stata molto fortunata perché ho incontrato un altro padre, cioè mio zio, marito di mia zia Annetta. Lui e zia non hanno salvato la categoria paterna, perché ho continuato ad averne paura: nella nostra società patriarcale il modo di essere padre era quello del mio primo padre”.
Così la scelta di lasciare la casa paterna e non tornarci più. “La notte in cui me ne sono andata me la ricordo molto bene. Era il 26 dicembre del 1990 e avevo 18 anni e mezzo. Non era previsto, ma c’è stata una lite molto violenta in casa e mia madre ha ritenuto di mettere in sicurezza me e mio fratello: ci ha portati così come eravamo, in pigiama, a casa di mia zia. Quella notte ho capito che non volevo tornare a casa. Mio fratello è tornato. Io mai più”. Non ha mai perdonato il padre perché “non si è mai pentito”.
LEGGI ANCHE: Chi sono i figli adottivi di Michela Murgia: tutto su Raphael, Francesco, Michele e Alessandro