Juan Carrito, l’orso bruno marsicano più raccontato dai media negli ultimi anni, secondo la ricostruzione dei fatti, è stato travolto e ucciso da un’auto lungo la strada statale 17 all’altezza di Castel di Sangro in provincia dell’Aquila.
Morto l’orso bruno Juan Carrito investito da un’auto
È morto su una strada che collega il Parco nazionale della Maiella e il Parco nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, le due aree protette. Era osservato e monitorato dai tecnici dei due parchi e di quelli della Riserva regionale Monte Genzana Alto Gizio nei pressi della quale era nato da una cucciolata di quattro orsi partoriti dall’orsa Amarena. Il giovane orso era celebre su media e social per i suoi comportamenti confidenti, e la notizia del fatto che sia morto investito sta aprendo una riflessione.Il giovane alla guida del veicolo e la sua fidanzata fortunatamente sono rimasti illesi nell’impatto.
L’opinione di Legambiente
Una delle associazioni che chiedono di riflettere è sicuramente Legambiente, e la morte dell’orso Carrito apre nuovamente una riflessione. “L’orso bruno marsicano Juan Carrito – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – ha vissuto la gran parte del suo tempo terreno, non tra le montagne appenniniche, ma libero tra le persone e le case, e lungo le strade trafficate della marsica. Poteva essere catturato e confinato a vita in una gabbia, ma si è opportunamente deciso di farlo vivere da animale selvatico. Noi consideriamo questa scelta l’unica, la più opportuna, ma anche la più difficile da attuare. Non di sola conservazione ci si deve occupare nella gestione degli orsi, ma anche di strade, di rifiuti, e di comportamenti umani e per mantenere la popolazione di orso bruno marsicano in una condizione favorevole, bisogna partire dalle persone che con i propri comportamenti incidono sul futuro libero o in cattività della fauna selvatica. È poi fondamentale accelerare sulla messa in sicurezza delle infrastrutture a partire della strada con interventi di road ecology” ha detto.