Cosa sono le munizioni all’uranio impoverito e dove sono state usate. Negli scorsi giorni il Regno Unito ha annunciato la fornitura di questo tipo di proiettili all’Ucraina, generando la dura reazione delle autorità russe. Di cosa si parla esattamente?
Munizioni all’uranio impoverito, che cosa sono?
Lo scorso lunedì il Ministro della Difesa inglese Annabel Goldie ha annunciato l’invio in Ucraina di una fornitura di munizioni all’uranio impoverito: “Assieme a uno squadrone di carri armati pesanti da combattimento Challenger 2 manderemo anche le relative munizioni. Sono inclusi proiettili perforanti che contengono uranio impoverito. Simili munizioni sono altamente efficaci nella battaglia contro carri armati moderni e altri mezzi corazzati”. La decisione del Regno Unito ha provocato la reazione furiosa degli alti vertici russi, molti dei quali hanno accusato l’Occidente di aver portato il conflitto verso un’ulteriore escalation. I russi hanno parlato di un ulteriore passo verso un “armageddon nucleare“, tesi smentita dagli Usa e dal Regno Unito. Ma di cosa si tratta, esattamente?
La verità sulle munizioni, cosa c’entrano con gli armamenti nucleari?
Nonostante le proteste russe, in realtà i proiettili all’uranio impoverito hanno ben poco a che vedere con le armi nucleari. Si tratta infatti di armi convenzionali anticarro, utilizzate anche dalla stessa Russia. Non sono ordigni radioattivi o chimici e non presentano quindi gli stessi rischi di contaminazione per la popolazione o il territorio. L’uranio impoverito ha una radioattività molto bassa, inferiore persino a quella dell’uranio trovato in natura. Si tratta comunque di un materiale pericoloso, se ingerito o inalato, come un qualunque metallo pesante.
Lo storico Mirko Campochiari ha spiegato nel dettaglio il funzionamento di questi proiettili in un’intervista concessa a Fanpage.it: “I proiettili all’uranio impoverito non sono armi nucleari bensì munizioni di tipo cinetico del tipo APFSDS, acronimo che sta per armour piercing fin stabilized discarding sabot. Stiamo parlando di grossi dardi che non contengono carica esplosiva ma sfruttano l’energia cinetica data dal loro stesso moto per penetrare le corazzature dei mezzi nemici“.
L’uranio impoverito è utilizzato per rafforzare queste munizioni, a causa della sua elevata densità, pari al doppio di quella del piombo. Questa caratteristica consente infatti ai proiettili potenziati con tale materiale di perforare e distruggere le difese dei mezzi corazzati. L’utilizzo di questo tipo di armamenti è perfettamente legittimo e non si scontra con nessuna convenzione internazionale.
Dove sono state usate in passato, i precedenti
Le munizioni all’uranio impoverito non sono una novità in ambito militare. Negli ultimi trent’anni i paesi occidentali ne hanno spesso fatto uso in diversi conflitti. Il primo utilizzo registrato di questi armamenti risale agli anni Novanta. Gli americani le impiegarono, infatti, durante la Prima e la Seconda Guerra del Golfo. Sono poi successivamente apparse nei Balcani, nelle guerre in Bosnia e in Kosovo. Anche in questi casi, tuttavia, l’utilizzo di queste munizioni generò molte proteste. In particolare, vi è tuttora preoccupazione sugli effetti dell’uranio impoverito vaporizzato sulle persone. Venne infatti messo in evidenza l’aumento di casi di leucemia, linfoma di Hodgkin e altri tumori tra i militari nei Balcani dopo l’utilizzo delle armi all’uranio. Tra questi erano inclusi anche molti soldati italiani. Gli studi sull’uranio impoverito, tuttavia, non sono ancora riusciti a dimostrare una correlazione tra l’alta percentuale di malati e l’utilizzo di tali armi.