Myanmar, Aung San Suu Kyi condannata ad altri tre anni di carcere: l’accusa è di frode elettorale. La leader politica birmana, premio Nobel per la Pace nel 1991, è agli arresti domiciliari dal colpo di stato militare del febbraio 2021.
Myanmar, Suu Kyi di nuovo condannata: tre anni di carcere per frode elettorale
Non c’è pace per Aung San Suu Kyi. La leader politica del Myanmar a capo della Lega Nazionale per la Democrazia, premio Nobel per la Pace nel 1991, continua ad essere perseguitata dalla giunta militare che ha rovesciato il suo governo nel 2021. Secondo l’agenzia di stampa Reuters, il tribunale del Myanmar ha condannato la politica ad altri tre anni di carcere. L’accusa, stavolta, è di frode elettorale nelle elezioni del 2020, che si chiusero con la vittoria schiacciante del suo partito. Secondo fonti vicine alla leader birmana, nella condanna sarebbero inclusi anche i lavori forzati.
Il colpo di stato: l’ascesa al potere di Min Aung Hlang
Suu Kyi è agli arresti domiciliari a Naypyidaw dai tempi del colpo di stato dell’esercito guidato dal generale Min Aung Hlang, capo delle Forze Armate birmane e attuale primo ministro birmano. Le elezioni legislative birmane del 2020 erano state vinte a mani basse dal partito della Premio Nobel, a scapito dell’opposizione vicina ai militari. Min Aung Hlaing ha contestato possibili brogli, per poi ordinare l’intervento dell’esercito. È stato l’inizio di una lunga e violenta campagna di repressione del dissenso che, secondo gruppi di monitoraggio locali ha provocato oltre 1300 morti e 10mila arresti. Una svolta dittatoriale che chiude la breve parentesi democratica della Birmania. Il primo Agosto 2021, il Generale Min Aung Hlaing si è proclamato primo ministro del Myanmar.