Myrta Merlino, conduttrice su La7 di L’aria che tira, ha rilasciato alcune dichiarazioni in un’intervista al Quotidiano Nazionale: “Essere belle aiuta, non prendiamoci in giro. C’è differenza tra un lumacone e uno stupratore, una pacca sul sedere non è violenza”.
Myrta Merlino: “Essere belle aiuta, basta ipocrisia. La mano sul sedere non è violenza, ma un costume odioso”
Myrta Merlino, giornalista e conduttrice di origini napoletane, è stata intervistata dal Quotidiano Nazionale. Colpiscono alcune dichiarazioni della presentatrice de L’aria che tira che racconta senza peli sulla lingua la sua intervista all’ex Ministro dell’Economia francese Dominique Strauss-Kahn. In seguito alle avance inopportune del politico, la giornalista gli rifilò un sonoro ceffone: “Sola, giovane e fiera di avere ottenuto un’intervista fondamentale per la mia carriera. Lui, un maiale. La tracotanza del potere. Mi invitò nella sua suite a Davos, usava così. In vestaglia e con lo champagne in mano. Cercò di baciarmi e lo misi al suo posto. Non ne feci un dramma. Un lumacone non è uno stupratore e questa differenza andrebbe sempre ricordata“.
Myrta Merlino spiega poi come mai non ha denunciato l’accaduto: “È violenza mettere una mano sul sedere a una donna che lavora? Io penso di no. È un costume odioso ed è contro quel costume che dobbiamo lottare tutte assieme. In America ormai siamo al paradosso, un uomo è terrorizzato di salire in ascensore con una signora. A tutte piacciono i complimenti. E una bella ragazza può avere vita più facile“.
“Essere belle aiuta e chi pensa il contrario si prende in giro.” –afferma la giornalista- “Aiuta ma non è una scorciatoia. Si fa qualche metro in più all’inizio e poi se manca la sostanza si paga tutto. In Rai assistevo ai sorpassi quotidiani della furbetta di turno. E pazienza. La mia è la carriera della formica, briciole messe faticosamente insieme”. Affermazioni schiette che possono far discutere, soprattutto in considerazione del recente episodio che ha visto vittima Greta Beccaglia, molestata in diretta da un tifoso all’uscita dallo stadio.