Uno spiacevole evento si è verificato a Napoli dove è rinvenuto il corpo di una studentessa universitaria dentro ad un burrone. La 26enne avrebbe compiuto l’estremo gesto dopo aver mentito ai genitori, aveva infatti dichiarato che fosse in procinto di laurearsi ma non era vero.
Questo dovrebbe averla portata a decidere di togliersi la vita.
Suicidio di una studentessa universitaria a Napoli
Sebbene non si tratti del primo caso, è sempre una notizia che lascia l’amarezza e il rammarico. Una giovane studentessa di 26 anni si è tolta la vita, a Somma Vesuviana, dopo aver comunicato ai genitori della sua laurea che, a quanto pare, non era ancora su punto di concludere. La frustrazione l’avrebbe portata a pensare al suicidio, precipitando in dirupo.
Le ricerche sono partite da Lunedì 27 Febbraio quando il padre della ragazza si è allarmato dopo non aver avuto sue notizie. Il cellulare risultava irraggiungibile e ha portato le forze dell’ordine ad indagare sulla vicenda. Diana Biondi – la ragazza in questione – aveva detto al padre che sarebbe andata in biblioteca per consegnare una copia della sua tesi, per poi tornare. Poi il gesto estremo, frutto forse anche della frustrazione.
Ritrovata la sua borsa, sono stati messi insieme alcuni pezzi: alla 26enne mancava ancora un esame (quello di latino) ma aveva già detto ai suoi genitori che ci sarebbe stata la discussione della sua tesi. A parlare dell’accaduto il sindaco di Somma Vesuviana, ovvero Salvatore Di Sarno:
“Stringiamoci attorno alla famiglia. È il momento di essere comunità e raccogliersi attorno alla famiglia di Diana e stringerli in un abbraccio forte. Non lasciamoci andare a considerazioni e giudizi. Lasciamo agli inquirenti la ricostruzione degli eventi. È il momento dell’affetto, del raccoglimento. Il mio appello è a tutta la comunità di Somma Vesuviana affinché si stringa attorno alla famiglia di Diana. Lasciamo agli inquirenti la ricostruzione della dinamica degli eventi. Io come sindaco farò tutto quanto è nelle mie possibilità per far sentire alla famiglia di Diana affetto e vicinanza. Non lasciamoci andare a considerazioni e a giudizi, ma raccogliamoci con il cuore e dimostriamo il nostro essere comunità”.
Vicinanza alla famiglia e a tutti gli studenti che si trovano in situazioni simili. Una vicenda che fa riflettere su quanto l’Università a volte rappresenti un peso enorme per i ragazzi, che bisognerebbe capire di più.