“Il terzo mandato? Noi andremo avanti nei secoli dei secoli”. Così risponde sornione il governatore campano Vincenzo De Luca ai cronisti che gli domandano della proposta di legge della Lega sulle Regioni. L’esponente del Pd naturalmente spera che alla fine il Carroccio la spunti. Ed anzi provocatoriamente aggiunge che la Campania farebbe comunque storia a sè perchè la Regione a suo tempo non recepì la vecchia legge nazionale. La Lega, dal canto proprio, accetta la sfida e per bocca del commissario regionale Claudio Durigon replica: “Favorevoli al terzo mandato, De Luca lo batteremo alle urne”.
Terzo mandato, Meloni rema contro
Tutti d’accordo, dunque. Resta solo da convincere Giorgia Meloni. Che invece sul terzo mandato pare proprio intenzionata a non capitolare. Per un motivo ben preciso: non vuole che della nuova norma possa beneficiare nel 2025 Luca Zaia. Che ricandidandosi quasi sicuramente blinderebbe per un altro quinquennio un Veneto a trazione leghista. Il terzo mandato è sul piatto della bilancia nelle serratissime trattative del centrodestra per la Sardegna e le altre Regioni al voto tra pochi mesi. L’esito è ad oggi estremamente incerto.
Scenari futuri: il Pd prepara il post-Schlein
E allora immaginiamoci uno scenario in cui a De Luca viene impedito di candidarsi per un terzo mandato in Regione Campania. Non appare verosimile l’immagine del vulcanico governatore disposto a lasciare il proscenio della politica per ritirarsi a vita privata e dedicarsi ai nipotini. Ben più realistico prevedere invece una estate 2024 post-elettorale in cui il Pd è per l’ennesima volta nella sua storia all’anno zero. Con una Elly Schlein già completamente logorata dal mestiere più usurante del pianeta – il segretario dem – e la lotta per la successione già apparecchiata. Già, ma quali sarebbero i contendenti? A meno di ad oggi impronosticabili papi stranieri, i pesi massimi in campo non sarebbero molti. Per questo si è notato eccome l’annuncio di Paolo Gentiloni, che del Pd è già stato presidente, di non candidarsi al parlamento europeo per fare ritorno in Italia.
De Luca? Non lo hanno visto arrivare…
Immaginiamo dunque che le prossime elezioni siano una debacle per il Pd e che il nome di Gentiloni prenda quota per un’eventuale post-Schlein. Servirebbe un contendente. E chi meglio di De Luca potrebbe incarnare un profilo divergente da quello di Gentiloni? Il governatore campano partirebbe da outsider sulla carta, ma potrebbe non faticare ad aggregare il consenso dei tanti cacicchi dem del sud Italia, garantendosi una buona piattaforma di voti. La sua popolarità è tuttavia trasversale. E la sua innegabile efficacia comunicativa, così diretta e poco istituzionale, potrebbe fare breccia in molti elettori dem. Che alle primarie hanno già dimostrato in passato di essere alla ricerca di emozioni forti più che di rassicuranti certezze. Insomma, è già capitato tra Bonaccini e Schlein. Immaginatevi De Luca dichiarare trionfante tra qualche mese: “Non ci hanno visti arrivare”…