Nuova variante Sudafrica: inizia a diffondersi e preoccupare il nuovo ceppo del virus Covid-19. Trentadue mutazioni, un virus particolarmente contagioso. L’Italia vieta i voli dal Sudafrica.
Nuova variante Sudafrica, è pericolosa?
Questa nuova mutazione, denominata in maniera tecnica B.1.1.529, avrebbe un numero mai osservato prima di mutazioni della proteina Spike: trentadue. Da qui il forte allarme dei virologi e la paura che, se la nuova mutazione dovesse prendere piede come accaduto con la variante Delta, questa possa rivelarsi in grado di oltrepassare la barriera offerta dai vaccini e quella delle cure degli anticorpi monoclonali.
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Nuova variante Sudafrica: sintomi
I casi rilevati e la percentuale di risultati positivi stanno aumentando rapidamente, in particolare nel Gauteng (un’area urbana che comprende Pretoria e Johannesburg), ma anche nel nord-ovest del Paese e nel Limpopo. I tassi di positività a Tshwane (parte del Guateng) sono aumentati nelle ultime 3 settimane da meno dell’1% a oltre il 30%.
Sono partiti gli studi di laboratorio per comprendere meglio le conseguenze di questa variante riguardo a trasmissibilità, gravità, evasione immunitaria, ma i risultati richiederanno 2-3 settimane.
Nuova variante sudafricana: Italia
Inghilterra e Israele, per primi, hanno chiuso i voli in arrivo da sette paesi Africani. Lo stesso ha fatto l’Italia poco dopo. Sul caso si sta muovendo l’Unione Europea, mentre le borse crollano.
La mutazione allarma gli scienziati e preoccupa il ministro Roberto Speranza, che alle 8.30 del 26 novembre ha firmato una nuova ordinanza che vieta l’ingresso nel nostro Paese alle persone che negli ultimi 14 giorni siano state in Sudafrica, Lesotho, Botswana, Zimbabwe, Mozambico, Namibia e Eswatini . Tutti Paesi dai quali non ci sono voli diretti per l’Italia. «I nostri scienziati sono al lavoro per studiare la nuova variante B.1.1.529 — dice Speranza — Nel frattempo seguiamo la strada della massima precauzione».
Nuova variante sudafricana: quando è stata scoperta
Il Sudafrica ha alti livelli di infezione, ma percentuali di vaccinazione relativamente bassi (circa il 24% è stato completamente vaccinato). Francois Balloux, direttore dell’UCL Genetics Institute e professore di biologia computazionale presso l’University College di Londra, in una dichiarazione pubblicata dal Media Centre di Science, afferma che è probabile che la nuova variante si sia evoluta durante un’infezione cronica di una persona immunocompromessa, forse in un paziente affetto da HIV o AIDS non trattato.