Il primo obiettivo del governo rispetto al nuovo anno accademico era – ed è ancora – quello di garantire la scuola in presenza a tutti gli studenti. Tuttavia, il numero già cospicuo di classi in quarantena rivela come tale proposito diventi sempre più irraggiungibile. Ne da conferma il presidente della Fondazione Gambe, Nino Cartabellotta.
Obiettivo scuola in presenza 100%: sempre più lontano
È stata con questa promessa che gli studenti e il personale scolastico si sono vaccinati in tutta fretta durante l’estate. Il governo garantiva la scuola in presenza al 100%, anche in caso di mini-cluster in grado di essere arginati con le giuste misure. Tuttavia, il quadro non appare più così roseo e a dare contezza della situazione è Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe che ha partecipato a un evento promosso da Cittadinanzattiva.
“L’obiettivo del governo di garantire la scuola in presenza al 100% rischia di essere fortemente disatteso come dimostra il numero di classi e studenti già in quarantena. È una strategia molto rischiosa puntare esclusivamente sulla vaccinazione senza screening sistematici e interventi di sistema su aerazione, ventilazione e gestione trasporti“, ha detto Cartabellotta.
Abbandono delle mascherine in classe: sì o no?
Le premesse per un ritorno a scuola in sicurezza avevano a che fare con le norme anti contagio. Distanza interpersonale consigliata, vaccinazione obbligatoria, misurazione della temperatura all’ingresso e pulizia degli ambienti. E poi il nodo della mascherina. Se tutta la classe, si era detto, fosse stata vaccinata, si sarebbe potuto decidere di non indossare il dispositivo di protezione. Tuttavia, a tal proposito Nino Cartabellotta nutre dei dubbi.
“L’ipotesi di abbandono delle mascherine anche se tutti sono vaccinati in classe non poggia su alcuna evidenza scientifica. Gli studi evidenziano – dice l’esperto – che le mascherine riducono il rischio di contagio anche se tutti gli studenti sono vaccinati del 50% per la bassa immunità, del 35% per la media immunità e del 24 % per l’alta immunità. Con la variante le percentuali salgono al 70% al 57% e al 41%“.
Non puntare tutto sulla vaccinazione
“Le evidenze scientifiche – ribadisce Cartabellotta – dimostrano che per minimizzare il rischio di circolazione virale nelle scuole bisogna attuare tutti gli interventi di prevenzione. Ma nel mondo reale della scuola manca una strategia di screening sistematico di personale e studenti. Le regole sul distanziamento sono derogabili in presenza di eventuali limiti logistici. Non sono stati realizzati interventi sistematici su aerazione e ventilazione delle aule, né sulla gestione dei trasporti. La vaccinazione, possibile solo per gli studenti over 12, è in progress e le coperture presentano notevoli differenze regionali. L’obbligo di indossare la mascherina vige solo sopra i 6 anni“.
Così, “l’ambizioso obiettivo del governo di garantire la scuola in presenza al 100% rischia di essere disatteso nei fatti, come dimostra il numero di classi in quarantena già pochi giorni dopo l’inizio dell’anno scolastico“, conclude il presidente di Gimbe.