Oligarca russo morto, cosa è successo davvero? È ancora un giallo la morte di Sergey Protosenya, magnate russo trovato morto impiccato nella sua villa in Spagna, insieme ai corpi di sua moglie e sua figlia. Parla il figlio: “Non è stato un omicidio-suicidio, papà non era un assassino”.
Oligarca russo morto, cosa è successo davvero? Il figlio: “Non è stato papà”
La morte dell’oligarca russo Sergey Protosenya è ancora avvolta nel mistero. Il 19 aprile, l’ex vicepresidente della Novatek è stato trovato morto, impiccato nella sua villa di Lloret de Mar, a Girona, in Spagna. Insieme a lui sono stati trovati i corpi di sua moglie Natalya e di sua figlia Maria, che aveva appena 13 anni, morte accoltellate nei loro letti. A fare la macabra scoperta è stato il figlio maggiore del magnate, il 22enne Fedor, che al momento del delitto si trovava in Francia.
In un’intervista al Daily Mail il giovane ha dichiarato di non credere alla pista dell’omicidio-suicidio seguita dagli inquirenti: “Mio padre non è un assassino, non è stato lui. Amava mia madre e soprattutto Maria, mia sorella. Lei era la sua principessa e lui non avrebbe mai fatto loro del male. Non so cosa è accaduto quella notte, ma so che mio padre non le ha colpite”. A sostegno della tesi di Fedor, secondo il quale l’assassino è ancora in circolazione, vi è la mancanza di un biglietto di suicidio o di impronte digitali sull’accetta e il coltello usati nel delitto.
“Sergey non è un assassino”, lo spettro della Russia sul delitto
Altri amici della vittima sono d’accordo con Fedor e non riescono a concepire che Sergey Protosenya possa aver ucciso la sua famiglia. L’uomo d’affari russo Anatoly Timoshenko, vecchio amico di famiglia dei Protosenya, ha affermato: “Non voglio discutere di cosa potrebbe essere successo in casa quella notte, ma Sergey non è un assassino“. Un altro amico del magnate, Roman Yuravih, ha dichiarato: “Conoscevo Sergey da dieci anni, era un uomo felice , amava la sua famiglia. Non ha ucciso sua moglie e sua figlia, ne sono sicuro”.
Le circostanze sospette che circondano la morte dell’oligarca ricordano quelle di un caso avvenuto a neanche 24 ore di distanza, ovvero la morte del manager russo Vladislav Avayev insieme alla moglie e alla figlia. Una delle ipotesi avanzate su entrambi i casi è quella di un intervento punitivo della Russia verso due potenti considerati “traditori”. Il 16 marzo scorso, Vladimir Putin ammoniva così gli oligarchi che si avvicinavano fin troppo al mondo occidentale: “Qualsiasi nazione, e soprattutto il popolo russo, sarà sempre in grado di distinguere i veri patrioti dalle canaglie e dai traditori. E li sputerà semplicemente fuori, come un moscerino che gli è volato accidentalmente in bocca“.