Lea Garofalo è una testimone di giustizia italiana che ha alle spalle una storia difficile in quanto è stata vittima della ‘Ndrangheta. Oggi viene ricordata come una delle poche donne ad essersi davvero ribellata alla ‘ndrangheta. Alla fine ha pagato questo suo gesto con la propria vita ma è ricordata come esempio di coraggio e indipendenza. Ma cosa sappiamo di lei? Chi era Lea Garofalo?
Chi era Lea Garofalo
Nata il 24 aprile 1974 a Milano, Lea Garofalo è una figura che per anni, precisamente dal 2002, è stata sotto protezione. Con grande coraggio, però, la ragazza decise di testimoniare sulle faide interne che avevano colpito la sua famiglia e quella del suo ex compagno Carlo Casco.
La sua è una vicenda familiare molto intricata e. Il 7 maggio 1968, infatti, si concretizza da parte delle forze dell’ordine un’azione di repressione del clan Comberati-Garofalo dove viene arrestato anche Floriano Garofalo, fratello di Lea. Proprio il fratello, 9 anni dopo l’arresto, viene assassinato in un agguato nella frazione di Pagliarelle di Petilia Policastro il 7 giugno 2005 e Lea, interrogata dal PM, riferì dell’attività di spaccio di stupefacenti condotta dai fratelli Cosco grazie al benestare del boss Tommaso Ceraudo. Nell’aula di tribunale poi, in un secondo momento, Lea darà la colpa dell’omicidio di del fratello al cognato Giuseppe detto “Smith” e all’ex convivente, Carlo Cosco.
Nel 2002 fu ammessa nel programma di protezione insieme alla figlia Denise, ma fu estromessa dal 2006. La donna quindi, per riottenerla, si rivolse prima al Tar e poi al Consiglio di Stato (che le diede invece ragione). Rientrata nel programma Carlo Casco, marito di Lea, continuava a starle alle calcagna e per amore della figlia Denise riallacciò i rapporti con il marito. Una decisione che la fece uscire dal programma in quanto Lea tornò a vivere con il marito.
L’episodio del “tecnico della lavatrice”
Un giorno Lea Garofalo ricevette la visita di un tecnico della lavatrice per una riparazione. Il sospetto che quello potesse essere un sicario subito venne in mente a Lea, e di fatto così fu. Per puro caso Denise non era a scuola corse in aiuto di sua madre aggredendo l’uomo entrato nella loro casa. Si scoprì, poi, che l’uomo aveva nel furgone un bidone pieno di acido, usato dalla mafia per far sparire personalità scomode.
La morte di Lea Garofalo, uccisa dal marito
Il marito negò il suo coinvolgimento in quel fatto e chiesa a Lea di reincontrarlo per parlare del futuro di Denise. La donna acconsentì sia per la figlia sia per un suo bisogno di denaro. La sera del 24 novembre del 2009 Carlo Cosco e la moglie si videro in un appartamento dove lui la picchiò pesantemente, arrivando a strangolarla. Diede fuoco al suo corpo e lo sciolse nell’acido, con la complicità di altre 3 persone, e quello che ne è rimasto venne nascosto in diversi tombini. Tutti loro vennero arrestati nel 2010, tra cui il ragazzo di Denise che poi decise di collaborare con la giustizia.
Denise, la figlia di Lea Garofalo
La ragazza ha indubbiamente sofferto tantissimo per la morte della mamma e ora si è rifatta una vita con un altro nome. La ragazza è stata data alla luce da Lea quando aveva solo 17 anni.