Open Arms, il fondatore della Ong Oscar Camps è intervenuto con la sua testimonianza al processo contro Matteo Salvini sul blocco di migranti di quattro anni fa. Camps ha ricostruito la vicenda e le conseguenze terribili per i migranti bordo della nave bloccata all’epoca dal ministro degli Interni.
Open Arms, il fondatore della Ong contro Salvini
“Speriamo di avere giustizia. Salvini ha la sua versione, in realtà i ministri che sono stati sentiti hanno detto che quella decisione l’ha assunta lui, la responsabilità è sua”. Lo ha detto ai cronisti Oscar Camps, fondatore di Open Arms all’arrivo all’aula bunker dove è in corso il processo contro Salvini, imputato di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio per avere tenuto per due settimane in mare, quattro anni fa, 147 migranti soccorsi dell’imbarcazione della Ong spagnola. “Casi di scabbia, mancanza d’acqua, donne abusate, molti minorenni. Perfino tentativi di suicidio. C’era una grave emergenza umana e sanitaria a bordo della Open Arms a cui, nell’agosto 2019, veniva negato lo sbarco in un porto italiano”, ha aggiunto Camps.
Il processo in corso a Palermo
Nell’aula bunker del carcere di Palermo è in corso il processo contro Salvini. Oggi ha testimoniato il fondatore di Open Arms. “Tra il 14 e il 15 agosto la nave Open Arms è entrata in acque italiane. Avevo chiamato il capitano e mi aveva detto che non potevamo entrare in acque italiane perché una unita’ della Guardia di finanza ce lo impediva. Io ho insistito con lui che poteva entrare, spiegando che il decreto non aveva più vigenza in quel momento e che avevano bisogno di essere accolti perché c’era cattivo tempo e la situazione a bordo era difficile: eravamo davanti a Lampedusa. Non potevamo non entrare e poi arrivò il procuratore di Agrigento Patronaggio”,ha dichiarato il fondatore di Open Arms, Oscar Camps.
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