Contro il caro energia c’è una nuova proposta che sta avanzando nelle stanze governative: avere l’ora legale tutto l’anno per sfruttare un’ora di luce naturale in più.
“Ora legale tutto l’anno”: la proposta contro il caro energia
L’ora legale è la convenzione di spostare avanti di un’ora le lancette degli orologi di uno Stato per sfruttare meglio l’irradiazione solare durante il periodo estivo. Avendo più luce solare nel tardo pomeriggio, ma rinunciando a un po’ di luce solare al mattino presto, c’è un risparmio in termini di energia elettrica. Ma l’ora legale in Italia, come negli altri paesi Ue, ha inizio l’ultima domenica di marzo e finisce l’ultima domenica di ottobre. Ora, contro il caro energia, è emersa la proposta di estendere l’ora legale per tutto l’anno. Ma ci sarebbe davvero un risparmio a livello economico? E cosa comporterebbe questa scelta?
L’idea della società italiana di medicina ambientale
A sostenere la proposta di mantenere l’ora legale tutto l’anno c’è in primis la Sima, Società Italiana di Medicina Ambientale, che spinge per questa decisione. “Istituire l’ora legale tutto l’anno, abbandonando l’obsoleto passaggio ora legale/ora solare, per contrastare il caro-energia e consentire a famiglie e imprese risparmi sulle bollette di luce e gas”, è la proposta mossa al governo, aggiungendo che “la politica discute di razionamenti del gas alle imprese, sabato in Dad per le scuole e riduzione della durata dei riscaldamenti dal prossimo autunno, ma dimentica che già dal 2018 il Parlamento europeo ha approvato con l’84% dei voti favorevoli l’abolizione dell’obbligo del cambio di orario due volte l’anno, lasciando di fatto liberi i vari Stati di scegliere se optare per l’ora solare o legale. “Il passaggio permanente all’ora legale consentirebbe di guadagnare un’ora di luce e calore solare ogni giorno e, considerati gli attuali prezzi del gas, determinerebbe nel nostro Paese risparmi sui consumi di energia stimabili in circa un miliardo di euro solo nel primo biennio“, ha spiegato il presidente Sima Alessandro Miani.