Padre Guidalberto Bormolini è un religioso. Il suo nome e la sua vita da consacrato sono legati particolarmente alla vita professionale e personale del cantautore Franco Battiato.
Padre Guidalberto Bormolini, chi è: vita privata del religioso
Guidalberto Bormolini è nato a Desenzano del Garda il 21 agosto 1967. Dopo alcuni anni passati come operaio di una falegnameria artigiana, decide di intraprendere l’arte liutaria. Nel 1988 consegue il diploma di “Operatore liutario” presso la Civica scuola di liuteria di Milano ed esercita la professione in un proprio laboratorio situato nel centro storico di Desenzano. Sotto la guida del maestro Tiziano Rizzi approfondisce le sue competenze e nel 1990 ottiene presso la stessa scuola il diploma di “Conservatore di beni culturali liutari”.
Tuttavia, la sua vita cambia totalmente quando nel 1992 entra a far parte della comunità dei Ricostruttori nella preghiera. In seguito si iscrive ai corsi di filosofia e teologia presso la Pontificia Università Gregoriana e nel 1998 consegue il titolo di baccellierato. Prosegue gli studi e nel giugno del 2000 ottiene la licentia docendi in antropologia teologica presso la Facoltà teologica dell’Italia centrale a Firenze.
Il suo curriculum è ricco di esperienze e percorsi. In particolare si può leggere: “Si occupa di accompagnamento spirituale dei morenti, è docente al Master “Death Studies & the End of Life” dell’Università di Padova e al Master “La Gentilezza nella relazione di cura” dell’Azienda ospedaliero-universitaria Meyer di Firenze. Si dedica al Dialogo interreligioso, anche attraverso incontri, viaggi e amicizie”.
Il rapporto con Battiato
Tra il religioso padre Bormolini e il cantautore Franco Battiato c’era un vero e proprio rapporto professionale e di amicizia. Il sacerdote e il musicista siciliano erano amici, avvicinati da un progetto culturale al quale hanno lavorato insieme e dall’inclinazione di Battiato per la mistica, che ha profondamente influenzato le sue opere e la sua vita terrena.
Il religioso, in un’intervista, ha parlato così di Battiato: «Franco è stato un sincero ricercatore spirituale, profondamente convinto che la morte rappresentasse una porta per accedere a un mistero spirituale di bellezza, e negli ultimi anni si era molto avvicinato al cristianesimo», racconta il monaco, che dal 2013 aveva con lui stretto un profondo legame di amicizia e scambio spirituale, collaborando anche al docufilm del musicista intitolato «Attraversando il Bardo. Sguardi sull’Aldilà» e dedicato al significato della morte nelle culture occidentali e orientali, tenendo con lui un tour di presentazioni pubbliche. La morte: «Per lui era trasformazione, viaggio nel nuovo. Nel periodo in cui lavorammo al docufilm era molto interessato alle teorie tibetane. Il fatto che ci potesse essere sempre la possibilità di ritornare in vita dopo la morte era una cosa che non escludeva. Ma Battiato credeva più nel mondo dello spirito che nel mondo della materia. Sapeva che c’era la possibilità di aprirsi a un mistero spirituale di bellezza a cui la porta della morte avrebbe potuto dargli accesso, anche in modo definitivo».
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