Dopo gli eventi delle ultime settimane, continuano ad esserci notizie sconcertanti e a registrarsi numerosi feriti e morti. C’è stato un attacco alla moschea in Pakistan, esattamente nella città di Peshawar.
Una normalissima giornata si è dunque trasformata in una tragedia indimenticabile.
Attacco ad una moschea in Pakistan: morti e feriti
Un normalissimo Lunedì di Gennaio si è trasformato in una data da non dimenticare, a causa di un attacco nella moschea di Peshawar, la sesta città più grande del Pakistan (con all’incirca 2,3 milioni di abitanti). A rendere più scioccante l’evento è il fatto che si tratti di un attentato suicida, che ha causato numerose vittime.
L’azione è stata portata avanti dal gruppo TTP, ovvero Tehrik-e-Taliban Pakistan, per vendicare la morte del proprio leader, ovvero Omer Khalid Khorasani (il nome vero era Abdul Wali Mohmand), ucciso nel mese di Agosto del 2o22, a causa di una mina esplosa lungo una strada nella provincia di Paktika.
Lo stesso gruppo di talebani ha confermato di aver attaccato la moschea, in onore del leader ormai morto. L’attentato ha però causato numerose vittime, poiché la struttura è stata colpita durante un atto di preghiera e contava, dunque, molte persone al suo interno. Si parla infatti di almeno 140 feriti e già 33 morti, sebbene i dati non siano definitivi. Risulta probabile che possano esserci altre vittime e che alcuni feriti siano più in pericolo di altri.
Il gruppo dei TTP ha confermato l’attacco e ha accusato i servizi segreti del Pakistan (i quali sembrano essere la causa di questo gesto). Attraverso un messaggio su Whatsapp – inviato ad Ansa – il leader del gruppo, ovvero Sarbakaf Mohmand, ha reso nota l’identità dell’uomo che si è sacrificato. Si tratta di Huziafa, ragazzo di appena 25 anni, che ha utilizzato ben 7 kg di esplosivo per far sì che l’attacco andasse a buon fine.
Un altro episodio che non fa altro che alimentare l’odio tra le varie fazioni.
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