Orribile episodio a Palermo: dopo la morte per infarto di una donna di 60 anni, i familiari si sono scatenati distruggendo il pronto soccorso. “Scene da far west, hanno fatto migliaia di euro di danni” commentano i medici, allibiti.
Palermo, donna muore d’infarto e i familiari devastano il pronto soccorso
Nella tarda serata di lunedì, l’Ospedale Civico di Palermo è stato luogo di un episodio di violenza inconcepibile. Una donna di 60 anni è stata trasportata al pronto soccorso dell’ospedale in codice rosso, a causa di un attacco di cuore. Nonostante i disperati tentativi dei medici di salvarla, la donna è purtroppo morta d’infarto. Il personale dell’ospedale non ha potuto fare altro che comunicare la notizia del decesso ai familiari. Questi, in tutta risposta, si sono scatenati, demolendo il pronto soccorso. I familiari davano la colpa della morte della donna ai medici, rei a loro detta di essere intervenuti troppo in ritardo. Nessuno dei sanitari è rimasto ferito, ma l’ospedale ha riportato migliaia di euro di danni. L’assalto si è concluso solo con l’intervento della polizia, che ha bloccato i familiari per identificarli e denunciarli. I sanitari si sono visti costretti a chiudere il pronto soccorso per le successive due ore, creando disagi ai pazienti in attesa.
I commenti dei medici: “Scene da far west, distrutte apparecchiature importanti”
I medici e gli infermieri sono rimasti allibiti da questo assurdo episodio: “Abbiamo assistito a scene da far west. Hanno distrutto tutto quello che trovavano, provocando danni per migliaia di euro”. Il primario dell’Ospedale, Massimo Geraci, ha fatto il punto dei danni, rassegnato: “Qui ci sono danni gravissimi. La vetrata si ripara subito. Ma sono state distrutte apparecchiature importantissime e costose, sottraendole alla collettività. E non saranno recuperate in un tempo breve”.
Ruggero Razza, Assessore regionale alla Salute, ha condannato il gesto ed espresso la sua solidarietà: “Devastare un pronto soccorso, presidiato da guardie giurate, è un atto violento, sconsiderato, insopportabile. Non si può giustificare con il dolore per la scomparsa di un proprio congiunto, arrivato in gravissime e disperate condizioni. Il pronto soccorso, come l’ospedale in genere, è un luogo di sofferenza e di speranza, di vita e di morte. Non possiamo inneggiare agli eroi in camice e poi farci sopraffare dalla emotività che diventa violenza. Ai medici e operatori del Civico di Palermo va il mio sentimento di solidarietà“.