Papa Francesco: “Qualcuno stava già preparando il conclave”. In un colloquio a porte chiuse con i confratelli gesuiti slovacchi il Santo Padre, riferendosi all’intervento chirurgico cui si è sottoposto il 4 luglio, ha confidato che molti pensavano che la situazione fosse grave e si stava già pensando al conclave.
Papa Francesco: “Mi volevano morto, qualcuno preparava il conclave”
“Sono ancora vivo. Nonostante alcuni mi volessero morto”: parole forti che Papa Francesco ha confidato in un colloquio a porte chiuse con i suoi confratelli gesuiti slovacchi, incontrati durante il suo recente viaggio nel cuore dell’Europa.
“So che ci sono stati persino incontri tra prelati”, continua Papa Francesco, “i quali pensavano che il Papa fosse più grave di quel che veniva detto. Preparavano il conclave. Pazienza! Grazie a Dio, sto bene. Fare quell’intervento chirurgico è stata una decisione che io non volevo prendere: è stato un infermiere a convincermi. Gli infermieri a volte capiscono la situazione più dei medici perché sono in contatto diretto con i pazienti”.
Papa Francesco ha fatto riferimento a Massimiliano Strappetti, l’infermiere del Vaticano che lo ha convinto a sottoporsi all’operazione al colon il 4 luglio scorso al Policlinico Gemelli di Roma. Il post operatorio (circa 10 giorni di degenza) ha preoccupato i fedeli ma a quanto pare ‘malignamente’ più di qualcuno all’interno della Chiesa.
Papa Francesco sotto attacco mediatico
Sempre nel colloquio con i gesuiti slovacchi pubblicato da La Civiltà Cattolica, Francesco ha raccontato anche di essere al centro di attacchi continui all’interno della Chiesa: “C’è una grande televisione cattolica che continuamente sparla del Papa senza porsi problemi. Io personalmente posso meritarmi attacchi e ingiurie perché sono un peccatore, ma la Chiesa non si merita questo: è opera del diavolo. Io l’ho anche detto ad alcuni di loro. Sì, ci sono anche chierici che fanno commenti cattivi sul mio conto. A me, a volte, viene a mancare la pazienza, specialmente quando emettono giudizi senza entrare in un vero dialogo. Lì non posso far nulla. Io comunque vado avanti senza entrare nel loro mondo di idee e fantasie. Non voglio entrarci e per questo preferisco predicare, predicare. Alcuni mi accusavano di non parlare della santità. Dicono che parlo sempre del sociale e che sono un comunista. Eppure ho scritto una esortazione apostolica intera sulla santità, la Gaudete et exsultate”.