Mangia vongole trovate in spiaggia e si ritrova paralizzata. Questa la storia della neozelandese Kim Taia, rimasta immobilizzata per 12 ore a causa del veleno dei molluschi: “Non riuscivo a respirare”.
Mangia vongole trovate in spiaggia, resta paralizzata per 12 ore
Mangiare alimenti, soprattutto pesci e molluschi, di dubbia provenienza può comportare inaspettati rischi per la propria salute. Lo dimostra la scioccante storia di Kim Taia, donna neozelandese rimasta paralizzata per 12 ore dopo aver mangiato delle vongole raccolte in spiaggia. Anni dopo la traumatica vicenda, la donna ha deciso di condividerla con il The New Zealand Herald, allo scopo di sensibilizzare il pubblico circa il consumo imprudente di molluschi e frutti di mare.
La storia di Kim Taia: “Pensavo che sarei morta, non riuscivo neanche a respirare”
Il racconto risale al 2014, quando Kim Taia ha raccolto delle vongole sulla spiaggia di Little Waihi Beach. Tornata a casa, la donna ha cucinato i molluschi per poi mangiarseli per cena. Appena mezz’ora dopo il pasto, tuttavia, è cominciato l’incubo. Inizia tutto con un formicolio alle labbra, che poi si diffonde su tutto il suo viso: “Mi sentivo stordita, non riuscivo neanche a parlare. Mi chiedevo cosa c’era che non andava, avevo le vertigini, ma poi ho iniziato a perdere la sensibilità alle mani e alle braccia“.
Suo figlio chiama subito un’ambulanza, che trasporta d’urgenza la donna in ospedale. Il giorno dopo la situazione continua a peggiorare: “La mattina dopo ero completamente paralizzata, dalla testa ai piedi. Mi sono svegliata e non riuscivo a muovermi, era spaventoso non sapere quale fosse il problema. Mi sentivo debole, come se fossi sotto anestesia. Il mio respiro stava rallentando e pensavo che sarei morta. Non riuscivo a respirare“.
L’intervento dei medici, fortunatamente, le salva la vita: dopo ben 12 ore, l’antidoto comincia a fare effetto. La causa della paralisi era un veleno rilasciato dalle bivalve, come le vongole, quando si nutrono di uno specifico tipo di micro-alghe, le dinoflagellate. “Sono rimasta in ospedale per quattro notti, è stato un processo sfiancante.” -ha spiegato Kim Taia- “Sono passato da una persona attiva e in forma a una persona completamente paralizzata”.