Don Francesco Spagnesi, parroco a Prato, è stato arrestato perché usava i soldi delle offerte per acquistare la droga dello stupro e organizzava festini orgiastici.
A Prato, arrestato il parroco che comprava la droga dello stupro
Don Francesco Spagnesi, 40 anni, parroco della chiesa dell’Annunciazione alla Castellina a Prato è finito ai domiciliari. Secondo gli investigatori il religioso acquistava droga ai fini di spaccio. Ma a quanto pare non solo. Don Francesco, ma non da solo, organizzava anche festini orgiastici ai quali partecipavano professionisti affermati (medici, manager, bancari e imprenditori) che il parroco reclutava anche via Internet.
L’indagine è partita dall’arresto di un pratese, Alessio Regina, che aveva portato dall’Olanda un litro di Gbl, la cosiddetta droga dello stupro. Il sacerdote e il complice Regina, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, avrebbero organizzato festini a sfondo sessuale reclutando i partecipanti su un sito di incontri.
Parroco arrestato: comprava la droga con le offerte dei fedeli
Secondo la Procura di Prato, diretta da Giuseppe Nicolosi, il commercio di droga e l’organizzazione dei festini durava da tempo. Secondo le accuse, don Francesco comprava la “droga dello stupro” con le offerte dei fedeli.
Sotto choc la diocesi di Prato. Il vescovo, Giovanni Nerbini in una nota ha spiegato di essere stato da tempo a «conoscenza di un forte stato di sofferenza fisica e psicologica del sacerdote ma nessuno avrebbe mai potuto immaginare che avesse problemi di tossicodipendenza».
Poi ad aprile, don Francesco aveva confessato l’uso di droghe e il vescovo gli aveva imposto di andare da uno psicoterapeuta. Infine, ai primi di settembre il sollevamento dall’incarico e poi il fermo. Il gip ha disposto che don Spagnesi sia posto ai domiciliari.
Le accuse al parroco don Francesco Spagnesi
Le accuse rivolte al don Francesco Spagnesi sono: spaccio e importazione internazionale di droga.
Agli arresti è finito anche il compagno del sacerdote. Alessio Regina, anche lui 40enne, che ad agosto era stato fermato dalla squadra mobile mentre in auto trasportava Gbl. Le successive indagini hanno fatto scattare le manette ai polsi anche del sacerdote.
L’eredità lasciata alla chiesa spesa dal parroco in cocaina e droga dello stupro
Alla parrocchia della Castellina era arrivata una cospicua eredità: 230 mila euro lasciati da una donna defunta circa due anni fa alle casse della chiesa. Don Francesco Spagnesi, secondo quanto ricostruito, li avrebbe bruciati tutti in pochi mesi, per acquistare cocaina e droga dello stupro.
Che il conto corrente fosse già in forte sofferenza lo aveva appurato anche il membro del Consiglio “affari economici” della Castellina, Gianfranco Marzano. Quest’ultimo aveva ripetutamente avvertito il prete, oggi ai domiciliari, che la situazione appariva critica. “Ti volevo informare che sul conto corrente sono rimasti circa 120 mila euro. Tieni conto che nel 2020 la parrocchia ha incassato oltre 200 mila euro solo dalle vendite degli appartamenti: con questo ritmo di prelievi il conto sarà azzerato prima della fine dell’anno“, riporta il Corriere della Sera. Nonostante gli avvisi, don Francesco Spagnesi aveva continuato a dare fondo alle casse della chiesa, con prelievi che ad aprile erano diventati addirittura giornalieri. A quel punto, a conto ormai prosciugato, il vescovo gli aveva revocato il potere di firma per le operazioni.
Le strategie di don Francesco Spagnesi
Don Francesco Spagnesi aveva sviluppato negli scorsi mesi una forma di tossicodipendenza grave. Oltre a sperperare l’eredita di più di 200 mila euro, trovava degli altri stratagemmi per garantirsi il denaro utile ad acquistare la droga.
Si contano infatti ammanchi di decine di migliaia di euro nelle casse della parrocchia pratese, e in più il prete chiedeva, e otteneva dai suoi fedeli, continue donazioni private per la “necessità di famiglie bisognose”. Al membro del consiglio per gli affari economici della chiesa Don Francesco Spagnesi domandava di “rinviare i rendiconti”, mentre utilizzava senza freno il bancomat della Castellina.