Chi erano i partigiani, cosa fecero e chi sono gli italiani più famosi della Resistenza. Il 25 aprile si festeggia l’Anniversario della Liberazione e si celebrano le gesta dei movimenti di insurrezione armata che lottarono contro il nazifascismo.
Partigiani, chi erano e cosa fecero
L’8 settembre 1943, il governo guidato da Pietro Badoglio firma l’armistizio con gli Alleati, segnando la resa del Regno d’Italia nella seconda guerra mondiale. Il generale aveva deposto e arrestato Mussolini, mettendo fine al Partito Fascista. La reazione dei tedeschi all’accordo con gli Alleati non si fece attendere. L’esercito nazista occupò il Nord Italia e liberò Mussolini, a cui fu affidata la guida di un nuovo stato fantoccio nel territorio, sotto il nome di Repubblica di Salò.
Comincia qui la storia della Resistenza partigiana italiana, un insieme di movimenti politici e militari uniti nell’opposizione al nazifascismo. Le varie bande di partigiani avevano idee politiche molto diverse tra loro, e aderivano a schieramenti anche opposti gli uni agli altri. Facevano infatti parte della Resistenza monarchici, comunisti, socialisti, anarchici e democristiani. Ciononostante, lottarono fianco a fianco per anni, uniti nel CNL, il Comitato di Liberazione Nazionale, fornendo un supporto fondamentale alle forze Alleate.
Gli italiani famosi della resistenza
Molti dei combattenti partigiani sono ricordati ancora oggi per l’importante ruolo svolto nella Liberazione dell’Italia. Tra questi ricordiamo Luigi Longo e Leo Valiani, leader del CLNAI che proclamarono l’insurrezione generale il 25 aprile 1945, portando alla liberazione di Milano e Torino. Con loro c’era anche Sandro Pertini, segretario del Partito Socialista Italiano e settimo Presidente della Repubblica. Si ricorda inoltre Ferruccio Parri, capo del CLN divenuto poi uno dei padri dell’Italia liberata. Oltre ai comandanti e leader politici, restano impressi nella storia anche tanti martiri della resistenza. I primi furono i sette fratelli Cervi, catturati e uccisi nel dicembre del 1943 dalle forze fasciste a Reggio Emilia per aver aiutato dei disertori e per aver formato una banda partigiana.