Chi era Patrizia Brenner, carriera e causa della morte dell’ex compagna di Vittorio Sgarbi. Madre di Carlo, figlio maggiore del critico d’arte, era una stilista italiana molto apprezzata. Scopriamo qualche informazione in più su di lei.
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Chi era Patrizia Brenner, causa morte e carriera dell’ex compagna di Vittorio Sgarbi
Nata a Milano nel 1950, Patrizia Brenner era una stilista italiana di origini austriache, nota ex compagna del politico e critico d’arte Vittorio Sgarbi. Nome molto apprezzato nella scena della moda lombarda, ha firmato molte collezioni di capi etnici nel corso della sua vita. Morì prematuramente nel 2002, all’età di soli 52 anni, a causa di una grave forma di leucemia di cui soffriva da quattro anni. Brenner ha continuato a lavorare anche dopo la diagnosi, arrivando a sottoporsi anche al trapianto di midollo che, per un breve periodo, pareva aver funzionato. Poco tempo dopo, tuttavia, la malattia tornò più forte di prima, portandosi via la stilista, deceduta nel padiglione Granelli del Policlinico a Milano. “Era una persona speciale.” -dichiarò il collega e amico Elio Fiorucci– “Ne conservo un ricordo molto bello”.
Vita privata, il figlio Carlo e la lotta per il riconoscimento
Due anni prima della sua morte, Patrizia Brenner fece una vera e propria guerra legale all’ex compagno Vittorio Sgarbi, per ottenere il riconoscimento di suo figlio Carlo Brenner Sgarbi, nato nel 1988. Il tribunale diede ragione alla stilista e Sgarbi fu costretto a cedere. Il critico d’arte fece in modo di tenersi a distanza dal figlio e dall’ex compagna, contribuendo alla sua crescita solo dal punto di vista economico: “L’ho sempre mantenuto: davo a sua madre undici milioni di lire al mese. A dire la verità, speravo di cavarmela con cinque”.
Dopo la morte di Patrizia Brenner, Sgarbi invitò Carlo a vivere con lui a Roma, ma il ragazzo preferì rimanere a casa sua a Varese. Una scelta che creò una frattura insanabile tra i due, come spiega Sgarbi alla rivista Grazia: “Gli avrei fatto da padre e da madre, lui avrebbe avuto una vita bellissima. E invece ha preferito starsene a Varese con un badante. Adesso mi accusa di non essermi imposto. Io non posso impormi con nessuno: sono un uomo libero… Io avrei fatto la mia vita comunque. Non credo nella paternità. I figli sono delle madri. È la natura a dirlo. Una donna per fare un figlio ci mette nove mesi, un uomo dieci minuti…”.