Patrizio Bianchi è l’ex ministro dell’istruzione del governo guidato da Mario Draghi dal 13 febbraio 2021 al 22 ottobre 2022.
Chi è Patrizio Bianchi
Patrizio Bianchi, economista e politico, è stato ministro dell’Istruzione del Governo di Mario Draghi. Dopo aver conseguito, nel maggio 1976, la laurea in Scienze politiche all’Università di Bologna, si è specializzato in economia e politica industriale alla London School of Economics and Political Science.
La carriera in Università
Nel 1980 diventa ricercatore presso la Facoltà di economia dell’Università di Trento. Nel 1981 diventa responsabile scientifico del Laboratorio di Politica industriale di Nomisma.
Nel 1982 si trasferisce all’Università di Bologna come ricercatore universitario, dove vince la cattedra di professore associato nel 1986. Nel 1989 viene chiamato come professore straordinario di Politica Economica presso l’Università di Udine. Nel 1991 torna a Bologna come Professore Straordinario di Politica Economica delle Comunità Europee, con il mandato di avviare il corso di Scienze politiche presso la nuova sede della Università di Bologna a Forlì. Nel 1994 diventa Professore Ordinario di Politica Economica presso il Dipartimento di Scienze Economiche.
Patrizio Bianchi in politica
Il 12 febbraio 2021 viene scelto da Mario Draghi come Ministro dell’Istruzione, e giura il giorno seguente al Quirinale alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Editoria
Nel 1992 è nominato direttore della Rivista di economia e politica industriale “L’Industria” (edita dalla case editrice Il Mulino) carica che manterrà fino al 2004.
Le polemiche dopo la maturità 2023
Nel 2021, durante l’emergenza Covid l’ex ministro fu destinatario di una lettera aperta, siglata fra gli altri da Luciano Canfora e Paola Mastrocola, con cui gli si chiedeva di reintrodurre le prove scritte all’esame di maturità. Proprio questa lettera è stata proposta come scritto di maturità nel 2023 e Patrizio Bianchi, in un colloquio con l’agenzia AdnKronos, ha commentato duramente questa scelta. “Trovo inaudito che si faccia commentare ai ragazzi un testo che non si sa chi ha scritto, genericamente inviato nel dicembre del 2021 con una frase che dice ‘abbiamo letto sui giornali che lei sarebbe intenzionato a…. ‘. Ma ci vogliamo attenere ai fatti? Gli esami di maturità senza la prova scritta sono quelli al tempo del Covid ed abbiamo comunque garantito a tutti un esame – prosegue Bianchi – e l’anno successivo siamo stati noi a ripristinare gli esami scritti e tra l’altro con un testo su Pascoli, uno su Verga e soprattutto un testo bellissimo della senatrice Segre e un testo di Giorgio Parisi, premio Nobel, e ancora uno di Ferraioli sul pianeta Terra: tutti riferimenti grandi e solidi. Insomma non si dà nelle prove un testo basato su ‘abbiamo sentito dire che lei sarebbe orientato’, si danno tracce sui fatti – ha concluso Bianchi – Non c’è stata la prova scritta nell’anno del covid e siamo stati noi, ribadisco, a ripristinarla”.