Perché Papa Francesco è in sedia a rotelle? Durante l’incontro con le superiori generali dell’UISG del 5 maggio, il Pontefice si è presentato in carrozzina, spinto dal suo maggiordomo. Cosa è successo? Quali sono i suoi problemi di salute?
Perché Papa Francesco è in sedia a rotelle: i problemi di salute del pontefice
La mattina del 5 maggio Papa Francesco ha partecipato alla XXII Assemblea plenaria dell’Unione internazionale delle superiore generali. L’arrivo di Bergoglio all’incontro ha tuttavia generato molta preoccupazione tra i fedeli. Il Pontefice si è infatti presentato in Aula Paolo VI in sedia a rotelle, aiutato dal suo maggiordomo. Come mai? A quanto sembra, il Papa subisce ancora le conseguenze del suo problema al ginocchio.
Inizialmente identificato come male della suora o ginocchio della lavandaia, l’ultima diagnosi è quella di una gonartrosi, una grave artrosi al ginocchio destro che non gli consente di camminare bene a causa di forti dolori. È un problema che ha reso molto difficile la vita quotidiana del Pontefice, che è stato costretto ad annullare e rimandare diversi impegni ufficiali. Papa Francesco stesso ha spiegato di essersi sottoposto ad un’infiltrazione e che i medici gli hanno raccomandato di stare seduto: “Devo obbedire al medico che mi ha detto di non camminare”.
Le parole di Bergoglio all’incontro: “Accogliete la vostra fragilità
Nonostante i problemi di salute, Bergoglio è parso sorridente e in buone condizioni durante la sua partecipazione all’Assemblea. Il Pontefice avrebbe dovuto leggere un testo preparato di “nove cartelle”, che però ha presto scherzosamente accantonato, preferendo aprire un dialogo aperto con le Superiore: “Che faccio lo leggo e voi dormite? O mi fate piuttosto delle domande?”.
Papa Francesco si è rivolto alle rappresentanti dell’UISG parlando del tema scelto per l’Assemblea, Abbracciare la vulnerabilità nel cammino sinodale: “La Chiesa impara dal suo Maestro che, per poter dare la vita, servendo gli altri, è invitata a riconoscere e ad accogliere la sua fragilità e, da lì, a inchinarsi dinanzi alla fragilità dell’altro. Abbassarsi non è ripiegarsi sulle proprie ferite e incoerenze, bensì apre alla relazione, a uno scambio che rende degni e guarisce, come nel caso di Pietro, e dal quale parte un nuovo cammino con Gesù“.