Portanova è il calciatore condannato in primo grado per violenza sessuale. In attesa del proseguo del processo a suo carico continua a giuocare a ha trovato anche qualche telecronista che ha l’ide che un gol può rispondere alle accuse di uno stupro di gruppo.
Portanova, lettera della ragazza vittima dello stupro
Manolo Portanova è il calciatore della Reggiana che è stato condannato in primo grado per violenza sessuale. Il calciatore dopo essere stato messo fuori rosa dal Genoa ha trovato le porte aperte del club della Reggiana e sabato scorso il suo gol è stato commentato così dal telecronista di Radio 1: “mette a tacere le polemiche”. Così la studentessa che ha denunciato lo stupro di gruppo avvenuto nel 2021 in un appartamento di Siena ha scritto una lettera al quotidiano La Nazione.
“Se un gol riabilita non c’è speranza”
“Mi chiedo se il radiocronista Nicola Zanarini abbia una moglie o delle figlie. In tal caso mi chiedo: se fossero state loro al posto mio queste parole dovute ’alla gloria di fronte ad un gol’ gli sarebbero scappate ugualmente? E loro lo avrebbero ipoteticamente scusato nel sentirgliele pronunciare?”, scrive a La Nazione la studentessa, probabilmente facendo riferimento alle successive scuse di Zanarini. “Non si tratta di sentirsi offesa, si tratta di realizzare ancora una volta quanto manchi il rispetto per le vittime di violenza sessuale e in questo caso il rispetto per tutte le donne. Si tratta di sentirsi amareggiata e arrabbiata – prosegue la giovane –, comprendendo che siamo ben lontani dal cambiamento. È altresì deprimente notare come il maschilismo patriarcale, di cui tutto ciò è intriso, affonda le radici in affermazioni come queste”.
“Ed è in momenti così che mi chiedo se noi donne siamo ancora ben lontane dal far valere le nostre battaglie… ma noi siamo una ’famiglia’ unita, non fermiamoci mai di fronte a tutto questo! Si tratta di soffrire di fronte a certe affermazioni, comprendendo che probabilmente è vero, quello della violenza sulle donne è un fenomeno ancora preso molto, anzi moltissimo alla leggera, nel nostro Paese. Si tratta di fare un piccolo passo avanti e farne 5 indietro a causa di un risveglio domenicale in cui la prima cosa che vedo è una radiocronaca in cui vengo tirata in ballo pure se non c’entro nulla, in cui la mia battaglia viene sminuita di fronte ad un gol, in cui si parla di polemica e non di una condanna in primo grado a 6 anni. Ricordo con rito abbreviato”.
“Se un gol riabilita da uno stupro e si festeggia non abbiamo speranza”, sottolinea quindi la giovane. “Oltre al dolore che vivo giornalmente come vittima di una violenza di gruppo e a tutte le difficoltà ad esso annesse – prosegue la lettera – voglio fare riferimento alle parole di una donna a me sconosciuta ma che ringrazio: mi chiedo se sia giusto e di buon esempio per la nostra società, per i giovanissimi e per le donne del nostro Paese, consentire un ruolo di tale visibilità, se è il caso di porlo come figura eroica ai giovani della sua squadra e pure alle giovani tifose. La presunzione d’innocenza non può non tenere conto di tutto questo. Soprattutto non può non tenere conto alla sofferenza della vittima e della famiglia. Non a caso si parla di cultura dello stupro”. Conclude la studentessa: “Ringrazio chi mi è vicino, ringrazio la (fortunatamente) maggior parte delle persone che ha reagito a tale episodio, ringrazio la mia famiglia che colma di dolore non si è trattenuta di fronte all’ennesima pugnalata e infine ringrazio tutte le donne. Loro sanno il perché”.