Porto di Trieste sciopero: i lavoratori sono pronti a scioperare il 15 ottobre bloccando lo scalo. Green pass e tamponi al centro delle loro proteste. C’è la minaccia di uno sciopero ad oltranza dal 15 ottobre.
Porto di Trieste, news sciopero del 15 ottobre: cosa succede
È scattato oggi il 15 Green Pass Day: il certificato ver10e sarà obbligatorio anche i lavoratori e a Trieste è caos. Secondo le ultime notizie che stanno arrivando da Trieste al presidio ci sono almeno 5000 persone (e sono in aumento, per alcuni anche 10.000 lavoratori). Il porto al momento non è operativo e, se i lavoratori non rientrano a lavoro, si rischia un blocco totale delle merci. Il traffico verso il Molo 7 è stato stoppato e il Governo è stato informato dei fatti.
Porto di Trieste: sciopero contro green pass e tamponi
Nel porto di Trieste incombe uno sciopero a oltranza dal 15 ottobre, quando la Certificazione Verde Covid-19 sarà necessaria per lavorare. I dipendenti portuali protestano contro il green pass e i tamponi gratis.
Hanno respinto infatti anche la proposta contenuta nella circolare del ministero dell’Interno, che ha invitato le imprese del settore a pagare i test fino al 31 dicembre. «Non scendiamo a patti fino a quando non sarà tolto l’obbligo di Green pass», si legge in una nota diffusa dal Coordinamento Lavoratori Portuali di Trieste (Clpt), la forza sindacale più rappresentata nel porto.
Porto di Trieste: cosa è successo?
Cosa è successo e cosa ancora dovrà succedere al porto di Trieste. “Al momento — spiega Stefano Puzzer, portavoce del Coordinamento Lavori Portuali Trieste (Clpt) — su 950 lavoratori portuali il 40% non ha il Green pass. Il 15 ottobre se sarà obbligatorio il green pass, bloccheremo il porto. Non si entrerà. Tra noi lavoratori siamo compatti”.
Il Coordinamento in particolare si è radunato all’ingresso del molo VII per definire i dettagli del corteo che i sarà mercoledì 13 ottobre proprio contro il Green pass obbligatorio sul luogo di lavoro. “L’adesione dei lavoratori del porto allo sciopero di oggi si attesterebbe a un’adesione dell’80%”, ha specificato Puzzer. La richiesta al governo è quindi il ritiro del decreto Green pass per lavorare.
Sulle proteste al porto, c’è chi minaccia le dimissioni
Non tutti sono d’accordo sullo sciopero dei lavoratori portuali. Il presidente dell’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico Orientale, Zeno D’Agostino minaccia le dimissioni. “Se venerdì lo sciopero prosegue a oltranza e si bloccano i varchi il sottoscritto saluta tutti e se ne va. Non ci possiamo permettere di restare inattivi per giorni. Quindi per quanto mi riguarda, a seconda di cosa vedrò venerdì, deciderò se firmare o meno la lettera di dimissioni”.
Pronta risposta del comitato al presidente D’Agostino: “Ricordiamo al presidente D’Agostino che nel momento in cui lo Stato lo ha colpito i suoi portuali lo hanno difeso a spada tratta. Ora che i portuali hanno deciso di difendere loro stessi e le altre categorie di lavoratori con le sue dimissioni dimostra di non voler lottare al loro fianco. Gli auguriamo buon lavoro e gli porgiamo i più cordiali saluti”.
Sciopero al porto di Trieste: il Governo cosa fa
Il Governo risponde con una circolare ufficiale lanciando un messaggio alle aziende e ai dipendenti portuali. Il Viminale ha raccomandato in una circolare alle imprese del settore di mettere a disposizione del personale sprovvisto di green pass test molecolari o antigenici rapidi gratuiti precisando che gli operatori economici “potranno valutare, nella piena autonomia, ogni possibile modalità organizzativa ai fini dell’acquisizione del green pass da parte dei dipendenti sprovvisti”. Le aziende che operano nel porto di Trieste si sono dette disposte a pagare i tamponi ai lavoratori fino al 31 dicembre prossimo, “a patto che dal 16 ottobre, però, riprenda l’attività”. I sindacati confederali hanno chiesto che la raccomandazione venga estesa “a tutti i settori dei trasporti dei servizi ausiliari ed accessori collegati”.