Primarie Pd, in attesa della fine delle votazioni degli iscritti della Lombardia e Lazio ecco chi si trova davanti tra i candidati alla segreteria dei dem. Intanto, Elly Schlein si dice sicura di vincere.
Primarie Pd, cosa dicono i sondaggi
Elly Schlein passa davanti a Stefano Bonaccini. Almeno secondo il sondaggio politico di Winpoll pubblicato su La Stampa, secondo cui la deputata è al 56,3% tra i favoriti degli elettori del Pd, contro il 43,7% di Bonaccini.
Schlein è la preferita tra le donne (53% contro 30%), Bonaccini il favorito tra gli uomini (44% contro 40%). Al Nord prevale Schlein con il 48% contro il 36% di Bonaccini. Al Centro la deputata è avanti col 47% contro il 39%. Sud e Isole c’è Bonaccini in vantaggio col 41% contro il 39%. La deputata guadagna il massimo consenso tra i più giovani, che nella fascia tra i 18 e i 29 anni la premiano con il 61% delle preferenze contro il 26% di Bonaccini. Tra i 30 e i 44 anni in testa c’è ancora Schlein con il 45%, davanti al presidente dell’Emilia-Romagna al 40%. È un confronto quasi alla pari, invece, nella fascia tra i 45 e i 65 anni: la deputata al 39% con il governatore al 41%. Ma Schlein conquista anche gli over 65: 48% con Bonaccini fermo al 33%.
Tuttavia, stando al sondaggio realizzato per Affaritaliani da Lab 21.01. Il risultato del sondaggio è stato pubblicato il 17 febbraio: secondo quanto rivelato Stefano Bonaccini è il prescelto a succedere a Enrico Letta come segretario del partito dei dem.
Elly Schlein è sicura di vincere
Elly Schlein in un’intervista ad Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera si è raccontata a cuore aperto: “Elly è un soprannome. Porto i nomi delle due nonne. Purtroppo non le ho mai conosciute, e non volevo far torto a nessuna. La nonna fiorentina, Elena; e la nonna di origine lituana, Ethel. Mentre Schlein è un cognome ebraico: “La versione originaria è Schleyen, semplificata quando il nonno emigrò a New York in cerca di fortuna. Cambiò anche nome: era Herschel, divenne Harry”.
La candidata alla segreteria del Pd si dice sicura della vittoria: “Lo sento. Avverto una mobilitazione incredibile. Lei non ha idea di quanta gente voglia partecipare. Giovani che non avevano mai fatto politica. Anziani che mi dicono “non prendevo la tessera da trent’anni”, quindi non erano mai stati nel Pd”. Mentre quella tra diritti civili e questioni sociali “è una falsa contrapposizione, come sanno i giovani che scendono in piazza. Per una persona discriminata è più difficile lavorare e fare impresa. La battaglia contro lo sfruttamento e contro l’emergenza climatica è la stessa. Le vittime sono le fasce povere, su cui pesa di più il caro energia, e i Paesi poveri, che pagano la desertificazione di cui sono i meno responsabili. La battaglia per i diritti e contro il patriarcato è la stessa”.
Infine, ecco come si definisce all’interno del Partito: “Sono una nativa democratica. Non ho il privilegio di aver vissuto una delle storie precedenti. Infatti ho nostalgia del tempo che non ho conosciuto. Quella del Pd è stata la mia prima tessera. Ne sono uscita nel 2015, dopo l’abolizione dell’articolo 18, la cosiddetta buona scuola, il patto del Nazareno tra Renzi e Berlusconi, i tre voti di fiducia su una legge elettorale poi dichiarata incostituzionale. Altri sono usciti solo dopo il referendum”.