La Coppa Italia ha trasmesso una delle gare più attese del nostro calcio, ovvero Juventus contro Inter. Il classico derby d’Italia, andato in scena per tre volte in questa stagione. L’ultima volta proprio ieri sera, Martedì 4 Aprile, conclusosi 1-1 e valevole per l’andata della semifinale. Ma ad aver “rubato” la scena sono stati gli episodi di razzismo contro Lukaku, visibilmente stizzito per quanto accaduto.
Juventus-Inter: razzismo contro Lukaku inaccettabile
Il calcio anziché unire continua a dividere, per colpa di molti tifosi che rovinano l’atmosfera che si respira – e si dovrebbe sempre respirare – allo stadio. Ieri sera, durante la sfida di Juventus-Inter, valida per l’andata della semifinale di Coppa Italia, ha fatto il suo ingresso in campo Romelu Lukaku, attaccante belga in forza all’Inter.
Duramente colpito da cori di stampo razzista, il calciatore ha continuato a giocare fino a quando, in pieno recupero, il fallo di mano di Bremer gli ha permesso di calciare il rigore. Trasformato il penalty in gol, il bomber nerazzurro si è lasciato andare ad un’esultanza polemica che, secondo l’arbitro, non si è rivelata consona e adatta al contesto. Per questo è stato espulso, a causa di un’ammonizione già a suo carico. Ciò ha scaturito una rissa che l’arbitro ha dovuto gestire.
Il vero problema è però legato ai cori razzisti, ancora una normalità nel 2023. La stessa Juventus, in quanto società, ha dichiarato che prenderà provvedimenti, com’è solita fare in questi casi. La stessa compagine lo scrive in un comunicato: “come sempre, sta collaborando con le forze dell’ordine per individuare i responsabili di gesti e urla razzisti verificatisi ieri sera”.
In più aggiunge che:
“Anche in questo caso nei confronti dei responsabili sarà applicato il “codice di gradimento”“.
Un codice, quello di gradimento, che permette al club di allontanare dal proprio impianto tutti i soggetti che non rispettano le regole, etiche, legali e morali. Una vera e propria presa di posizione.
Questo però non sembra bastare, perché questo è un problema che va avanti da tempo. “Ora basta” dicono in tanti, ma il cambiamento deve partire dal basso.