Al via la raccolta firme per il Referendum no green pass. Dopo l’ufficialità da parte del Governo dell’obbligo del green pass dal mese di ottobre (Obbligatorietà al lavoro: da quando, per chi, regole e multe – Come comportarsi se la colf, la baby sitter o la badante non ha il Green Pass) un gruppo di dissidenti si è attivato per raccogliere su internet le firme per abolire l’obbligatorietà della certificazione verse. Diverse le firme nelle ultime ore sul sito.
Referendum no green pass: chi sono i promotori
Sul sito www.referendumnogreenpass.it è possibile leggere chi sono i promotori, le ragioni del referendum e come votare.
Collegandosi al sito c’è una sezione Chi siamo che spiega chi sono i promotori del referendum no green pass: “Comuni cittadini e studenti universitari: ecco chi siamo. Il referendum abrogativo delle disposizioni legislative in materia di Green Pass, infatti, è il primo referendum ideato, organizzato e promosso da studenti universitari e da comuni cittadini, sulla base di risorse intellettuali, culturali, professionali e finanziarie offerte dai promotori stessi e dalla società civile. L’impegno dei promotori è supportato da un Comitato organizzativo e da un Comitato di Garanti”.
Ci sono nomi importanti sia nel comitato organizzativo sia nel gruppo dei garanti: del primo gruppo fanno ci sono i nomi dell’avvocato Olga Milanese, del Foro di Salerno; del professor Luca Marini, docente di diritto internazionale alla Sapienza di Roma, già vice presidente del Comitato nazionale per la Bioetica; del professor Francesco Benozzo, docente di Filologia romanza all’Università di Bologna. Del secondo elenco ci sono il professor Paolo Sceusa, presidente emerito di sezione della Corte di Cassazione; del professor Ugo Mattei, docente di diritto civile all’Università di Torino; del professor Alberto Contri, ex presidente della Fondazione Pubblicità progresso; di Carlo Freccero, giornalista ed ex consigliere di amministrazione della Rai.
Referendum no green pass: le firme raccolte
La raccolta di firme — secondo quanto si legge sul sito del comitato referendario — avviene sia fisicamente (si parla anche di «tavoli dei volontari») sia digitalmente.
La soglia di 500 mila firme è necessaria per proporre un referendum abrogativo. La raccolta di firme digitali per proporre un referendum è possibile soltanto dallo scorso 20 luglio. Con il Referendum sulla Cannabis in poche ore grazie alla modalità digitale sono state raccolte proprio 500000 mila firma.
Referendum no green pass: come firmare
La raccolta di firme, stando si terrà sia fisicamente, con i famosi tavolini in piazza, sia digitalmente consultando il sito www.referendumnogreenpass.it.
Per la firma online bisognerà pagare 3 euro e altrettanti per la marcatura temporale poiché i promotori, come riportano alcune testate, non avrebbero fatto a tempo ad attivare la piattaforma gratuita dove è necessario soltanto l’accesso con Spid, l’identità digitale. Nel caso della piattaforma gratuita, i costi sarebbero stati a carico dei promotori anziché dei cittadini.
Una volta presentate le firme necessarie per proporre un referendum abrogativo, a dare effettivamente la possibilità al corpo elettorale di esprimersi è la Corte Costituzionale, che deve pronunciarsi preventivamente sulla legittimità costituzionale del referendum.
Le firme, al netto di eventuali proroghe, vanno raccolte entro il 18 ottobre per poter celebrare il referendum nella primavera successiva. Una volta consegnate alla Consulta, la Corte decide sull’ammissibilità dei quesiti entro il 10 febbraio dell’anno successivo a quello della presentazione delle firme. Una volta garantita la loro ammissibilità, l’incarto va al Quirinale e, come prescritto dalla legge, viene fissata la data delle consultazioni referendarie, in un periodo compreso tra il 15 aprile e il 15 giugno.