Renzi-Calenda è tensione: il Terzo Polo rischia di rompersi dopo i botta e risposta duri e diretti delle ultime ore. Chiaro a tutti che diventa difficile trovare un compromesso dopo quanto è venuto fuori.
Renzi-Calenda è rottura
Renzi-Calenda: il matrimonio tra i due leader potrebbe essere alla fine. “Per Azione la prospettiva di un partito dei liberal-democratici aperto e inclusivo resta l’unica utile al Paese. Va perseguita seriamente e rapidamente con i soggetti realmente interessati. Polemiche da cortile non ci interessano e non vi prenderemo parte”, scrive su Twitter Calenda, il leader di Azione. Non si fa attendere in serata la replica di Renzi: “Folle mandare tutto a monte, Calenda si assume responsabilità”.
“Dopo l’ennesimo attacco di Calenda e Richetti – è quanto dicono da Italia Viva all’Ansa – Renzi ha chiesto ai suoi di non fare polemica: ‘Abbiamo accettato tutte le richieste di Azione. Tesseramento, tempi del congresso, mio passo indietro, nome di Calenda sul simbolo, soldi. Adesso andiamo avanti e si faccia il partito unico e il congresso. Se Calenda ha cambiato idea, lo dica. Secondo me è un errore politico ma chi vuol far saltare il partito unico si assumerà la responsabilità‘”.
Il Terzo Polo rischia di sfaldarsi e Pier Luigi Bersani si diverte
La tensione è alta nel Terzo Polo con i due portavoce nazionali, Alessia Cappello e Ciro Buonajuto, che hanno voluto fare una nota di risposta: “Non c’è nessun tatticismo di Italia Viva”, hanno detto. “Abbiamo deciso di fare un congresso democratico in cui ci si confronti a viso aperto e non con le veline anonime. Ci sono le date già fissate, ci sono le regole decise da Calenda comprese quelle sul tesseramento, ci sono i gruppi di lavoro con i nomi già decisi, c’è il comitato politico. Noi siamo pronti al congresso che Calenda ha chiesto di fare. E ci mettiamo nome e cognome. C’è qualcuno che cambia idea una volta al giorno, ma quel qualcuno non siamo noi”. Quanto a Renzi, proseguono Cappello e Buonajuto, “gli è stato chiesto di fare un passo indietro, lo ha fatto. Adesso possiamo fare il congresso democratico anziché inviare veline anonime?”, hanno concluso.
Sulla vicenda è intervenuto al programma DiMartedì su La7 Pier Luigi Bersani: “Dalle mie parti si dice ‘dove ci son dei problemi ci sono delle litigate’. I problemi nascono dal fatto che è una prospettiva illusoria di creare un centro nel sistema autosufficente che dirige il traffico, comanda e da la direzione di marcia a tutti quanti. Secondo me Renzi ne è più consapevole e si tiene con le mani libere, Calenda è più in bonafede e ci crede”.
Botta e risposta tra i due leader
Renzi-Calenda: ecco il botta e risposta. Nella serata di ieri Matteo Renzi ha riunito i suoi fedelissimi: “Non c’è nessun cambio di linea da pare nostra, anzi. Abbiamo accettato di tutto, il passo indietro mio, il partito unico, la polemica sui simboli alle regionali. Non so cosa altro poter accettare, abbiamo accettato persino che per il congresso valesse anche per il tesseramento unico che è complicato da gestire. Non possiamo accettare altro”. “Quanto allo scioglimento di Italia viva è evidente che se facciamo il partito unico si scioglie Iv, così come si scioglie Azione. Ma lo scioglimento anticipato non si è mai visto nella storia. Va contro le leggi della fisica: prima si fa il partito unico che non può che essere un partito fondato su un percorso democratico dal basso”. Da parte mia non farò nemmeno mezza polemica nei confronti di Calenda, non ho elementi di frizione personale con nessuno. Questo atteggiamento – ha spiegato Renzi – fa male ai sogni e ai desideri di chi vorrebbe fare politica. Sapete che ho cercato di abbassare i toni, qualcuno direbbe anche troppo. Io, lo sapete, faccio politica, ma non mi faccio trascinare nelle beghe politiche. È folle mandare a monte tutto, se Calenda dirà di no si assumerà le responsabilità. Nessuno faccia o alimenti polemiche, se vogliono le facciano loro, noi no”.
Poi, ecco la risposta di Calenda: “Ho visto dichiarazioni molto dure e attacchi molto personali nei miei confronti da parte di molti dirigenti di Italia viva. Non ho sentito Renzi, ma non risponderò per rispetto dei 2 milioni e 400mila elettori, l’8% dei voti che abbiamo preso con il mio nome sul simbolo e che odiano le polemiche da cortile e ai quali abbiamo promesso di fare un partito unico con lo scioglimento dei due partiti, Azione e Italia viva e su questo Renzi non sta rispondendo e questo non va bene, bisogna farlo in modo serio e trasparente, altrimenti non si fa“, aveva detto in precedenza il leader di Azione. “Lui vuole mantenere Italia viva ma non si può fare, altrimenti sono tre partiti, non uno. Renzi deciderà confrontandosi con i suoi e io ne prenderò atto”.