Infrastrutture, Salvini taglia i fondi al Sud e li dirotta a Nord. Il Ministero guidato dal leader leghista da il via libera per il cambio di destinazione per stanziamenti da oltre 2.5 miliardi di euro. Il Mit si difende dalle polemiche: “Opere non cancellate, saranno finanziate in altri modi”.
Infrastrutture, Salvini taglia i fondi al Sud e li sposta al Nord: cosa è successo?
Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti guidato da Matteo Salvini ha annunciato un cambio di destinazione per molti fondi originariamente stanziati per opere soprattutto ferroviarie destinate al Centro e al Sud Italia. Oltre 2.5 miliardi di euro di stanziamenti verranno invece utilizzati per finanziare infrastrutture al Nord. Salvini ha dato il via libera a questa “rimodulazione delle risorse già allocate” per il 2023 allo scopo di garantire la realizzazione di opere inserite nel PNRR e nei contratti di programma.
Tra i progetti tagliati con questa operazione ci sono diverse opere importanti, come i miglioramenti per la linea ferroviaria Roma-Pescara. Erano previsti interventi nella tratta interporti d’Abruzzo-Chieti-Pescara, da 568 milioni di euro, e nella tratta Sulmona-Avezzano, inizialmente finanziata con 277 milioni. Niente da fare anche per il raddoppio della Falconara-Orte, che richiedeva 326 milioni, per il potenziamento della tratta Tivoli-Guidonia, da 179 milioni, per la chiusura dell’anello di Roma, altri 175 milioni.
In Calabria spiccano in particolare i tagli della velocizzazione della Lamezia Terme-Catanzaro e della Sibari-Porto Salvo. Gli unici tagli al Nord riguardano il nodo di Novara, che avrebbe ricevuto interventi per 77 milioni, e il raddoppio della linea Maerne-Castelfranco Veneto, da circa 277 milioni.
Dove andranno i soldi? I progetti finanziati dalla rimodulazione di Salvini
La rimodulazione dei fondi sposta i 2.5 miliardi di euro verso progetti in Lombardia, Piemonte e Veneto. Fondi per oltre un miliardo di euro verranno utilizzati per finanziare la linea ad alta velocità tra Verona e Padova, con attraversamento a Vicenza. Il nodo Terzo Valico di Genova riceverà 462 milioni, mentre altri 563 milioni verranno distribuiti in altri cantieri ed opere ancora in corso.
Un ultima fetta da 500 milioni verrà utilizzata in diversi altri progetti. Si parla di infrastrutture in provincia di Bolzano, per la linea Torino-Padova, per opere in provincia di Firenze e in altre città del Centro e del Nord Italia. Restano briciole per il Sud, con 68 milioni per il bypass finanziario di Augusta e appena 12 milioni per la tratta Foggia-Lecce.
La difesa del Ministero dei Trasporti: “Nessuna cancellazione, saranno finanziate in altri modi”
Questa scelta del Ministero dei Trasporti è finita al centro di molte polemiche alimentate da vari membri delle opposizioni. Spiccano le critiche del deputato del Partito Democratico Marco Simiani: “La distanza infrastrutturale che esiste tra le varie regioni non è soggettiva ma è una diseguaglianza oggettiva nel merito. Togliere risorse a chi ha più ritardi storici infrastrutturali è una scelta sbagliata”.
Il Ministero dei Trasporti si è difeso dalle polemiche con una nota: “Nessuna delle opere immaginate nel Pnrr ereditato dall’attuale governo verrà cancellata. Al massimo, saranno finanziate con altri fondi per rispettare gli accordi con l’Europa e assicurare la realizzazione dell’infrastruttura. È quanto ampiamente chiarito, in più occasioni, sia da questo dicastero che dal vicepremier e ministro Matteo Salvini”.