Home Facts Sanremo 2024, le pagelle della quarta serata: Geolier re dello scippo (voto 2), Cuccarini prodigio alla faccia di “TeleMeloni” (voto 8)

Sanremo 2024, le pagelle della quarta serata: Geolier re dello scippo (voto 2), Cuccarini prodigio alla faccia di “TeleMeloni” (voto 8)

Sanremo 2024, le pagelle della quarta serata

La serata cover e duetti è quando il Festival di Sanremo diventa la finale di X Factor. Però, con trenta concorrenti. Più della metà delle performance in gara valgono come cilicio per il pubblico che, stoico, subisce comunque tutto sperando nell’arrivo di qualcosa di buono a titolo di risarcimento. In parte, accade: tra i migliori in campo, a sorpresa, Santi Francesi con Skin e Il Volo che esegue perfettamente Who Wants to Live Forever dei Queen ma nessuno ci fa caso perché i tre tenori(ni) sono troppo epidermicamente urticanti. La gran (?) soirée si chiude a fischi e pernacchie dell’Ariston tutto verso Geolier, vincitore della serata non certo grazie alla sua performance, ma al televoto unito dei compaesani. Il giovane trapper con gli occhiali scippa così la corona ad Angelina Mango, seconda classificata, con l’omaggio in musica al padre (per quanto no, nemmeno questo avrebbe meritato il primo posto, a dirla tutta). Terza Annalisa + La Rappresentante di Lista con una dimenticabile cover di Sweet Dreams, quarto Ghali solo ed esclusivamente perché il razzismo è una cosa brutta, quinto l’imberbe Alfa in duetto con Vecchioni. Ma qui della classifica, per fortuna, ce ne sbattiamo. Andiamo a dragare questo nuovo, insidioso abisso tra stecche, smarmellate, Amadeus che, pure lui, non ne può più e cerca di cacciare dal palco il Signor Pioggia prima del tempo. Unico faro nella notte, Lorella Cuccarini, un prodigio, forse una dea. Alla faccia di chi sbraitava che fosse stata chiamata solo grazie a “TeleMeloni”. Procediamo. 

Cuccarini prodigio, menomale che lavora solo perché “di Destra”: voto 8

Lorella Cuccarini a Sanremo 2024
Lorella Cuccarini a Sanremo 2024

40 anni di carriera, ma per Twitter (pardon, X!) sta in tv solo perché forse vota a Destra. Lorella Cuccarini, in odore di “TeleMeloni”, rimanda le polemiche ai mittenti già dall’entrata in scena, micidiale: snobba le scale e canta (in playback, va bene, tanto i microfoni all’Ariston fanno pietà, meglio così), balla, si dimena in un meraviglioso abito da diva. Non sbaglia un colpo manco quando la musica diventa quella di Grease perché Amadeus deve ancora sfottere John Travolta, reo di non aver apprezzato il ballo del qua qua. Al termine della performance, non tiene un filo di fiatone. Va studiata.

Professionista vera e formidabile, quante “showgirl” e conduttrici di quella che ricordiamo come la belle epoque della tv nostrana, sono ancora in giro perché brave? Pochissime, forse nessuna. E quante di queste “pochissime, forse nessuna” non stanno al Grande Fratello o in un programma pomeridiano a far opinionismo sulla sciatica? Ecco, nessuna. Portiamo rispetto a cotanto incredibile prodigio dello spettacolo che risponde al nome di Lorella Cuccarini. Che lavoro dovrebbe fare? La carpentiera? 

E intanto Tiziano Ferro ne approfitta per frignare (ancora!): voto 5- 

Emma Marrone decide di portare alla serata cover-duetti un medley del repertorio di Tiziano Ferro, facendosi accompagnare dall’inutile Bresh (una specie di baby Tananai, non una preoccupazione per oggi, ma sicuro una minaccia per il prossimo futuro). Da casa si frigna, dunque, con Non me lo so Spiegare, Imbranato e così via. Ma quello che piange di più, a sorpresa, è proprio il Tizianone dalla sua mansion losangelina.

Ancor prima che la quarta serata abbia inizio, infatti, il nostro si produce in una storia Instagram per ringraziare Marrone (e ok). Cogliendo però l’occasione per ricordarci un dato fattuale: lui è tanto triste. E si sente grato del fatto che la cantante lo voglia omaggiare “proprio ora che artisticamente sto in ritirata totale e per me è durissima”. Povera stella, sciagurata superstar col blocco della superstar. Tiziano, davvero, era meglio quando ci facevi piangere. Con le canzoni, s’intende.  

 

Il Santo Francese forse non è solo “la canzone del bono”: voto 8+

Santi Francesi e Skin a Sanremo 2024
Santi Francesi e Skin a Sanremo 2024

Si chiama Alessandro De Santis, sta in un duo musicale, i Santi Francesi, in gara a questo Festivàl. Ma nessuno ha idea di che faccia abbia l’altro componente della band, forse nemmeno Amadeus. La canzone che porta(no) all’Ariston dovrebbe intitolarsi L’Amore in Bocca, anche se purtroppo abbiamo tutti lui negli occhi e quindi non sapremmo dirvi come suoni. Di certo tra gli autori c’è uno che di cognome fa “Del Bono”, quindi questa è ufficialmente “la canzone del bono”.

De Santis, comunque, fu vincitore, sempre insieme a quell’altro, di qualche X Factor fa, per poi sparire negli abissi del più oscuro dimenticatoio. Abissi del più oscuro dimenticatoio da cui Ama ha scelto di riesumarlo, con quell’altro, senza apparente ragione fin qui. Alla serata cover, molla(no) la canzone del bono per portare Hallelujah di Leonard Cohen insieme a Skin (nientemeno!). Probabilmente, alle porte del paradiso, si viene accolti da una meraviglia del genere. Qui il link per godervi questa incantevole esperienza di premorte. A occhi chiusi, però, se no vi distraete. 

L’inganno sulle co-conduttrici (che sono ancora vallette, ma non si può dire): voto 3

Sanremo 2024, co-conduttrici o vallette?
Sanremo 2024, co-conduttrici o vallette?

Bisogna dire che quest’anno sulla co-conduzione Amedeo Sebastiani ci ha proprio preso. Mengoni la prima sera ha saputo vincere la propria congenita timidezza, dimostrando che non gli manca più nemmeno la parola (e perfino omaggiando Anna Marchesini). Giorgia, seconda soirée, ha conquistato con la sua spontaneità alla romana, leggera e luccicante fin dagli occhi. Resta il fatto che questi primi due artisti fatti scendere in campo, siano cantanti. E, infatti, hanno avuto più spazio di chi li ha succeduti sul palco dell’Ariston nelle serate successive, proprio grazie a medley di repertorio e mirabili virtuosismi vocali.

Quando però la “co-co” è passata a chi sa presentare di mestiere, si è vista la corda. Teresa Mannino messa a tacere dopo un’entrata in scena in cui è stata tanto formidabile da mangiare la scena allo stesso Amadeus, dettando i tempi della scaletta e divertendo tutti. Lorella Cuccarini piazzata lì a ballare – ma solo all’inizio –  e a leggere, ogni tanto, i cartoncini coi nomi degli artisti in gara, mai da sola, sempre con Ama. Questo non è un 50 e 50, è un 90 e 10 ad andare di manica larga. Oggidì non si può più dire “vallette”, ma le donne all’Ariston sono rimaste tali. Amedeo Sebastiani, conduttore unico e massimo, il timone non lo smezza con nessuna.

 

Il Volo da brividi sui Queen ma nessuno se ne accorge: voto 8-

Il Volo a Sanremo 2024
Il Volo a Sanremo 2024

Possiamo spiegare. I tre tenori(ni) de Il Volo manifestano, volenti o nolenti, una antipatia epidermica difficile, anzi, impossibile da ignorare. Vengono le bolle solo a guardarli. Forse perché, specie il supponente belloccio Gianluca Ginoble, ammiccano in camera come se volessero matcharla su Tinder per scriverle, senza manco salutare prima: “Da me o da te?”. Nessuno li sopporta, insomma, ma non ammettere che nella serata cover si siano prodotti in un prodigio sulle note di “Who Wants to Live Forever” dei Queen (nientemeno!) sarebbe delittuoso.

Insieme al chitarrista (di Vasco Rossi) Stef Burns, Ignazio Boschetto, Gianluca Ginoble e Piero Barone hanno fatto l’impossibile, regalando un momento di spettacolo altissimo che è passato praticamente inosservato. Mentre cantano, potrebbero mettersi a levitare, trovare la cura per i peggiori mali del mondo, far cessare ogni guerra in corso sul pianeta. E comunque il pubblico preferirebbe vedere i Ricchi e Poveri che cantano con Paola e Chiara qualche boiata pop-dance super catchy, vamos a bailar Mamma Maria. Dispiace ma è così. Peccato?

Geolier re dello scippo, vince la serata perché lo vuole Napoli: voto 2

Geolier a Sanremo 2024
Geolier a Sanremo 2024

Geolier ha 23 anni, vende tantissimi dischi, è il più streammato d’Italia. Se per Italia intendiamo la città di Napoli, ovviamente. Ora, siamo certi che sia un caro ragazzo e in ciò che andiamo a scrivere non c’è nulla di personale. Però. Però Geolier ha vinto questa serata cover/duetti proponendo un suo concerto che è partito trap con Guè Pequeno e si è concluso neomelodico con Gigi D’Alessio. Un Geolier & Friends che è stato concesso solo e soltanto a lui. Lui che è riuscito a prodursi in un’esibizione, rispetto a tante altre ma anche di per sé,  piuttosto dimenticabile. Poco male, tanto si ritrova a vincere scandalosamente con tutto l’Ariston a contestarne il primo posto. Rumoreggiando e fischiando per cinque minuti buoni. Una standing ovation al contrario. Se spiace che il giovane si sia dovuto esibire subito dopo cotanto sfogo e, quindi, di fronte a un pubblico a dir poco ostile, resta il fatto che il televoto ha compiuto l’ennesimo scippo, anzi l’ennesimo furto con scasso. Quella di Geolier non era una performance da trionfo sanremese, era più una playlist pomeridiana da palestra di Rozzano. Se deve andare così anche in finale, dal prossimo anno Napoli si facesse un Festival a parte. Perché, per puro campanilismo, farebbe trionfare pure uno che canta “Nella Vecchia Fattoria” con lə schwa, se compaesano. Si respira lo stesso clima di ingiustizia sommaria dei tempi in cui il vincitore di Amici arrivava automaticamente primo a Sanremo a causa del televoto. Accadde per due anni di fila, con Marco Carta e poi con Valerio Scanu. Speriamo che i telecomandini delle sale stampa si dimostrino in grado di evitare sfacimm’ in finale. Ma non stiamo senza pensier. 

 

Angelina Mango omaggia il padre, ma ora il vero dramma è il “televoto di pancia”: voto 7

Angelina Mango a Sanremo 2024
Angelina Mango a Sanremo 2024

Croce e delizia di tutti i figli d’arte è, in genere, quella di essere, appunto, figli di cotanto padre (o madre). Angelina Mango se ne sbatte dell’ingombrante cognome che porta e, anzi, lo celebra con una delicata cover de La Rondine, hit del compianto papà, venuto prematuramente a mancare nel 2014. Vincitrice annunciata, rimedia un secondo posto perché Napoli si mette di mezzo al televoto, preferendole Geolier. Ora, onestamente, nemmeno la fanciulla, per quanto intonatissima, sarebbe stata da vittoria meritata.

Tra i Fab 5 che si sono giocati il trionfo finale non c’erano, infatti, le migliori combo in gara. Tanto per citare alcune tra le esibizioni più a fuoco di tutte, ma snobbate, ricordiamo Irama + Cocciante, Mahmood che reinterpreta Lucio Dalla con coro sardo al seguito, i già citati Santi Francesi insieme a Skin sulle note di Cohen e perfino Il Volo, impeccabile nel misurarsi coi Queen. Angelina è stata aggraziata, ma di davvero “memorabile”, a conti fatti, c’è stata solo la, pur comprensibile, commozione della pancia del Paese che l’ha portata in alto. Anche fin troppo.

 

BigMama non si può criticare, ma smarmella tutta Lady Marmalade: voto 4

BigMama a Sanremo 2024
BigMama a Sanremo 2024

Con BigMama andremmo volentieri a berci una cosa. Nelle interviste collaterali alla kermesse regala meme semplicemente reagendo alle più banali domande dei giornalisti, pare simpatica, alla buona, genuina il giusto. Eh, però in questa serata cover-duetti ha brutalizzato Lady Marmalade in combutta con due residuate da Amici di Maria De Filippi (tal Gaia e tal Sissi) più una giovane promessa del neomelodico napoletano, tal La Niña.

“Sono la voce degli ultimi!”, grida BigMama a capo della combriccola tutta pizzi e merletti, mentre quell’altra attacca un’intera strofa in dialetto partenopeo e fioccano come rane dal cielo messaggi di empowerment femminile, body positivity e quelle robe da bolla social che tornano utilissime quando a mancare è la sostanza. Per Twitter (pardon, X!) sono state a dir poco divine, per chiunque non sia interessato soltanto a far incetta di cuoricini e follower surfando i soliti “trend”, uno strazio. Solo che non si può dire perché se no è body shaming. Che si critichi la performance, la coreografia o l’intonazione, è sempre body shaming da hater fatti e finiti. Facile così. In casa non abbiamo bilance, ma un paio di timpani purtroppo sì.

 

Mannoia e Gabbani, omaggio al podio più assurdo di sempre: voto 7.5

Mannoia e Gabbani a Sanremo 2024
Mannoia e Gabbani a Sanremo 2024

Fiorella Mannoia è in gara con una specie di pizzica, Francesco Gabbani fuori dalla rosa per ragioni oscure, comunque sbagliatissime qualunque esse siano. Nel 2017 lui, outsider con scimmia al seguito, aveva vinto Sanremo grazie a Occidentali’s Karma, soffiando il primo posto a lei, trionfatrice annunciata da ancor prima dell’inizio della kermesse con la ballad intimista “Che sia Benedetta”.

In questa serata cover-duetti, propongono un medley dei due brani e al termine della performance, Mannoia lo “impalla” come faceva Virginia Raffaele quando la imitava livida di rabbia e spocchia per la sconfitta subita. Gabbani poi si inginocchia di nuovo davanti alla cantautrice, come fece all’epoca della vittoria, per scusarsi dell’onta inferta. Simpatico omaggio a uno dei podi festivalieri più folli di sempre che, in ogni caso, si concluse con un trionfo, ad avviso di chi scrive, più che meritato. Ai tempi della sconfitta, Mannoia avrà sicuramente esclamato “Orgogliosa io!”. Tante volte. 

 

Sangiovanni se non vuoi, non devi per forza: voto 4-

Sangiovanni e Aitana a Sanremo 2024
Sangiovanni e Aitana a Sanremo 2024

In conferenza stampa si è giocato la carta della salute mentale: Sangiovanni di Amici è distrutto, un cencio, sostiene di non avere nessuno con cui parlarne. E allora va a infestare Sanremo punendo l’universo mondo che non lo comprende con un grido d’aiuto, “Finiscimi”. Nella serata cover-duetti, però, riesce a fare pure peggio: invece di omaggiare qualunque artista a sua scelta della storia recente o passata, celebra se stesso con l’unica hit che tiene in repertorio, quella delle farfalle che volano mentre lui non sta più nella pelle. Lo fa in combutta con Aitana, una wannabe Ana Mena, a quanto pare, celeberrima in Spagna. Non ce ne voglia nessuno dei coinvolti, ma si poteva fare a meno di mettere ‘sta roba in generale e, quel che è peggio, perfino in apertura. Sanremo è anche sofferenza, si sa. E il nostro Sangio è solo uno dei prototipi di cilicio disponibili in gara. Tra gli altri dello stesso campionario ricordiamo anche Mr. Rain che propone una tremenda cover di Mary insieme ai redivivi Gemelli Diversi, o quel che ne è rimasto, rievocati probabilmente tramite tavola ouija. La performance è così loffia che Amadeus, in genere una macchina da guerra della conduzione, li interrompe congedandoli prima che l’esibizione sia davvero conclusa. “Complimenti, complimenti!” dice Ama a microfono acceso, mentre Mary che cammina su sentieri più oscuri deve ancora finire di tagliare la corda. Questo croccantissimo momento avrebbe meritato la vittoria. Comunque molto più di Geolier.