Sanremo, Simone Pillon attacca ancora: stavolta il bersaglio è Drusilla Foer. Il senatore leghista, tra i fautori del tracollo del Ddl Zan, continua la sua crociata contro la percepita “minaccia LGBT”: “Ma scegliere un papà normale?”. Il politico, negli scorsi mesi, si è spesso scagliato contro figure del mondo dello spettacolo, tra cui Achille Lauro e i Maneskin.
Sanremo, la crociata di Simone Pillon contro Drusilla Foer
Manca ancora un paio di settimane al Festival di Sanremo e sono già cominciate le polemiche. Il senatore leghista Simone Pillon ha costruito la sua carriera politica attorno alle sue crociate moraliste contro il mondo LGBT e i suoi attacchi a personaggi televisivi e musicisti. Questa volta il suo bersaglio è Drusilla Foer che sarà una delle conduttrici del Festival accanto ad Amadeus. Si tratta di un personaggio creato e interpretato dal fotografo Gianluca Gori, ed è diventata molto famosa grazie al web. In merito al suo alter ego, Gori ha dichiarato al Tirreno: “Quando ho scoperto un personaggio così chiaro, così libero, ho pensato che tutti dovessero conoscerla, ed ho spinto la signora a farsi più visibile. Ammetto che vorrei essere come lei”.
Il post su Facebook: “Quota gender, perché non scegliere un papà normale?”
Simone Pillon non ha gradito la scelta, e lo ha fatto presente il 13 gennaio, in un post su Facebook: “Com’era ampiamente prevedibile, al festival di Sanremo sempre più LGBT è stata assegnata la quota gender-inclusive già nella fase di scelta dei conduttori. Una domanda: ma sempre in rispetto delle quote, non si potrebbe avere tra i co-presentatori un normale papà (uno eh, non due), e magari di ispirazione conservatrice? Sarebbe un bel segnale, se non altro a tutela delle specie a rischio estinzione televisiva”.
Non contento, Pillon ha continuato la sua polemica sulla presunta minaccia LGBT anche la mattina del 14 Gennaio: “Per Repubblica a Sanremo ci sarebbero 5 volti della femminilità, 5 co-conduttrici. Peccato che uno sia un uomo travestito da donna. Nessun maschio per quanto si trucchi o si travesta potrà mai avere neppure un barlume di quella grazia, di quella luce, di quella misteriosa e dolcissima forza che l’ultima delle donne comunque porta con sé. Quelli non sono 5 volti della femminilità. Uno è un uomo, magari bravo, forse simpatico, ma non è una donna. Anche i fatti hanno i loro diritti”.
Le polemiche di Pillon: gli attacchi ad Achille Lauro e ai Maneskin
Non è la prima volta che Simone Pillon si scaglia contro una prominente figura del mondo dello spettacolo. Già in passato, il politico ha reso pubbliche le sue aspre opinioni su alcuni musicisti. Nel marzo del 2021, in seguito al bacio sul palco dell’Ariston tra Achille Lauro e il chitarrista Boss Doms, Pillon aveva sbottato: “Anche quest’anno il festival viene invaso da baci omosex, sermoni sulla bellezza della transizione sessuale, continuo ammiccamento LGBT, divetti trash che si impiumano e bestemmiano la religione cristiana”.
Lo scorso novembre il senatore della Lega ha criticato il look dei Maneskin agli MTV Europe Music Awards: “I Maneskin a Budapest, davanti a un impettito presentatore in kilt (deve aver confuso gli Scoti con gli Ungari), con tanto di performer (maschietto) in culottes e giarrettiere, ricevono gli MTVEMA. Tra poco arriveremo al reggiseno da uomo“. Damiano David, frontman della band, aveva risposto per le rime: “Hai ragione Simo, la prossima volta completo e paPillon“.