Sardegna, colera: scatta l’allarme in Italia dopo 50 anni dagli ultimi contagi. L’ultimo caso di questi giorni si registra in Sardegna, dove un anziano è stato ricoverato in ospedale con sintomi che portano a pensare che possa essere proprio un contagio da colera.
Sardegna, colera: è allarme
In Italia è scattato dopo tanti anni l‘allarme colera, in particolare in Sardegna. La notizia viene riportato da L’Unione Sarda che fa sapere che il primo contagio ha mostrato i sintomi circa un mesetto fa, quindi diventa anche complicato stabilire il momento del contagio. “E’ molto probabile che questa infezione sia arrivata dai frutti di mare, se questi mangiati crudi fossero evidentemente infettati dal batterio sarebbe una cosa molto grave – ha detto Matteo Bassetti, il direttore Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova -. Bisogna dire alla gente che i frutti di mare crudi non si mangiano. Lo diciamo sempre, molto spesso le infezioni intestinali si prendono perché si mangiano frutti di mare crudi e pesce crudo. La raccomandazione è di mangiare pesce e frutti di mare cotti, in modo tale che una persona non si contagi. Bisogna inoltre lavarsi le mani quando si toccano”.
Secondo il sito dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), “il colera è un’infezione diarroica acuta causata dal batterio Vibrio cholerae. La sua trasmissione avviene per contatto orale, diretto o indiretto, con feci o alimenti contaminati e nei casi più gravi può portare a pericolosi fenomeni di disidratazione”. Per essere infettati, prosegue Iss, non basta il contatto con una persona ammalata: occorre ingerire cibo o acqua contaminati. “Il colera è una malattia a trasmissione oro-fecale: può essere contratta in seguito all’ingestione di acqua o alimenti contaminati da materiale fecale di individui infetti. I cibi più a rischio sono quelli crudi o poco cotti e, in particolare, i frutti di mare”.
Il primo caso di un anziano ricoverato in ospedale
Il primo caso si tratta di un anziano di 71 anni che è stato ricoverato in ospedale Santissima Trinità di Cagliari. “Il servizio Igiene pubblica della Asl di Sanluri, che ha competenza sulla zona di Arbus dove vive il paziente, sta facendo controlli a tappeto“, spiega Goffredo Angioni, che alla Asl di Cagliari dirige il reparto Malattie infettive. Una delle possibilità per entrare in contatto col colera arriva dal consumo di frutti di mare crudi. “Inizialmente ha fatto capire di aver mangiato cozze crude, ma non c’è la certezza che lo fossero – chiarisce Angioni -. Nelle campagne di Arbus quest’uomo cura un orto e lì si stanno analizzando le verdure, l’acqua del pozzo e la rete fognaria. Si valuta anche se abbia avuto contatti con persone che arrivano da Paesi dove il colera è una realtà: nulla resterà intentato”.
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