Sassuolo, strage di un’intera famiglia. Un uomo in piena furia e follia uccide a coltellate la moglie, la suocera e due figli. Poi dopo si toglie la vita. Si salva solo la terza figlia che al momento della mattanza era a scuola.
Sassuolo, strage di un’intera famiglia
La strage è avvenuta in provincia di Modena, a Sassuolo, dove un uomo di 38 anni di origine tunisina, Nabil Dhahri, ha ucciso a coltellate la moglie, Elisa Mulas, i figli di 2 e 5 anni e la suocera. Solo dopo ha deciso di togliersi la vita. L’unica a salvarsi è stata la terza figlia che la donna aveva avuto da un’altra relazione e che si trovava a scuola.
I possibili motivi della strage
Immediatamente, dopo l’arrivo dei carabinieri, sono iniziate le indagini per ricostruire dinamica e movente. Cosa avrà spinto un uomo a fare una strage di questa portata?
Stando ai primi elementi raccolti, non ci sarebbe stata una crisi economica alla base del gesto, ma un movente passionale. L’uomo non si sarebbe voluto rassegnare alla fine della relazione. Due settimane fa la donna, stanca delle continue liti, avrebbe lasciato la casa e sarebbe andata a vivere dalla mamma. Nabil sarebbe addirittura arrivato a minacciare la ex compagna di morte, come testimonierebbe una
registrazione fatta nei giorni scorsi da Elisa. L’uomo viveva da tempo a Sassuolo e lavorava in un supermercato della zona. Lei era impiegata come donna delle pulizia in città.
Il bisnonno sopravvissuto alla strage
C’è un sopravvissuto alla strage di mercoledì 17 novembre. Nell’abitazione era infatti presente anche un anziano ultranovantenne, il bisnonno dei due bambini e padre della suocera uccisa.
Come riporta il Resto del Carlino, l’anziano si trovava a letto nel corso della strage, perché in precarie condizioni di salute per una malattia.
“Mi hanno chiamato dalla scuola, nessuno rispondeva. Quando sono arrivato qui sotto c’era una pattuglia, avevo le chiavi. Siamo saliti, ho aperto la porta, ho visto un corpo a terra…” racconta Enrico Mulas, fratello della 43enne Elisa. Enrico è stato il primo ad aprire la porta di casa una volta che, dalla scuola dove si trovava la figlia primogenita della vittima, è partita una chiamata per chiedere chi sarebbe venuto a prenderla. “E’ stata una ragazza sfortunata, ha incontrato le persone sbagliate. Lei, la mamma e i bimbi ci lasciano un grande vuoto”, aggiunge.