Lunedì 24 gennaio è partita la prima chiama per l’elezione del nuovo presidente della Repubblica che andrà a prendere il posto di Sergio Mattarella. Ma cosa significa votare scheda bianca?
Scheda bianca: cosa significa
Molti gruppi parlamentari, in accordo con i leader del loro partito di appartenenza, hanno deciso alla prima chiamata del presidente della Camera di votare scheda bianca. Quando saranno chiamati ad esprimere il loro voto, dunque, non metteranno per iscritto nessuna preferenza rendendo questo voto, di conseguenza, un voto attendista. Questa opzione, infatti, viene utilizzata soprattutto nelle prime tre votazioni, quando il quorum per eleggere l’inquilino del Quirinale è più alto e difficile da raggiungere. Tradizionalmente è una scelta più tattica che politica ed è una modalità utilizzata dai partiti politici per dimostrare, in alcuni casi, di essere disponibili al dialogo e all’ascolto degli avversari politici. Sarà davvero così anche questa volta?
I quorum delle prime tre votazioni (e la cosa cambia dalla quarta)
Facendo i conti i deputati sono 630, 320 i senatori e 58 i delegati regionali. Per essere eletti nelle prime tre votazioni servono 672 voti. Ovvero i due terzi del totale. A partire dalla quarta, invece, ne servono “solo” 505 facilitando così la ricerca dei voti.